Il Comune di Reggio Emilia ha sottoscritto, in accordo con le principali sigle del mondo imprenditoriale – Cna Reggio Emilia, Confcooperative, Anier – Collegio imprenditori edili dell’Emilia, Lapam Confartigianato Imprese, Legacoop Emilia Ovest, Unindustria–Ance- il nuovo Protocollo d’intesa in materia di affidamento dei contratti pubblici di lavori, forniture e servizi, per la valorizzazione della qualità negli appalti e dei principi di legalità.
Il protocollo recepisce i correttivi al nuovo codice dei contratti pubblici, introdotti dal decreto legislativo 56 del 2017, e contiene le linee guida in materia di affidamenti di appalti e servizi.
HANNO DETTO – Il Protocollo è stato presentato e firmato questa mattina dal sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e dal vicesindaco Matteo Sassi, e dai rappresentanti delle principali associazioni imprenditoriali: Fabio Storchi, presidente di Unindustria; Andrea Volta, presidente di Legacoop Emilia Ovest; Azio Sezzi, direttore generale di Cna Reggio Emilia; Giovanni Teneggi, presidente di Confcooperative; Ivo Biagini, presidente Lapam Confartigianato, zona di Reggio Emilia; Sauro Marazzi, presidente di Anier Emilia.
“L’Amministrazione comunale ha da tempo deciso di utilizzare, per tutti i propri appalti relativi a servizi e opere pubbliche, il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (Oepv) anziché del massimo ribasso – dicono il sindaco Luca Vecchi e il vicesindaco Matteo Sassi – In accordo con le associazioni di categoria, sono stati individuati tre punti nodali di lavoro e confronto, vale a dire la legalità, l’economia circolare e la qualità delle prestazioni e delle opere. Punti che l’Amministrazione comunale si impegna a valorizzare il più possibile all’interno dei propri capitolati di gara. Questo significa in primo luogo applicare in maniera rigorosa le procedure antimafia e di tutela dei diritti del lavoro, a cominciare dalla sicurezza. Con questo protocollo, inoltre, si intendono valorizzare le aziende e le imprese che possano assicurare, per la loro storia e per il proprio radicamento sul territorio, una garanzia sul piano della manutenzione delle opere, che hanno dunque una storia e una cultura di impresa duratura che si sottrae alla logica del “mordi e fuggi”. Infine, questo impegno reciproco tra Amministrazione e associazioni di categoria pone l’accento sulla valorizzazione del tessuto socio-economico e territoriale anche al fine di ridurre l’impatto ambientale delle stesse attività economiche.
Si tratta dunque di un protocollo che sottolinea il valore della piccola e media impresa locale, non con l’obiettivo di discriminare le altre attività imprenditoriali ma, al contrario, per coniugare al meglio i principi di efficienza economica, efficacia e, più in generale, qualità del lavoro”.
I CONTENUTI – Il Protocollo, che si inserisce all’interno di un complesso quadro normativo, ulteriormente modificato con l’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti e con le continue indicazioni di Anac – individua nel criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, l’asse portante della nuova politica legislativa di regolamentazione dei contratti pubblici, privilegiando tale istituto nella selezione dei contraenti e della migliore offerta.
Nell’ambito della valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, il protocollo individua i criteri oggetto di valutazione in tre diversi ambiti.
Per quanto attiene l’ambito della legalità, vengono considerati: l’iscrizione alla White list; l’iscrizione all’Elenco di merito della Regione Emilia-Romagna; iscrizione all’Anagrafe unica degli esecutori; solo nel caso di appalti superiori ai due milioni di euro, il Rating di legalità.
In tema di economia circolare, per ridurre l’impatto ambientale e valorizzare il tessuto socio economico territoriale, viene valutata la filiera corta sia per l’approvvigionamento di forniture e materiali, sia per l’affidamento di subappalti e sub contratti.
Per garantire i più ampi margini migliorativi nell’esecuzione dell’appalto, vengono considerati fattori positivi di valutazione: l’obbligo di sopralluogo a cura di personale con ruolo stabile in azienda e tecnicamente competente, la capacità di apportare migliorie al cronoprogramma riducendo i tempi di esecuzione, nonché la reperibilità.
Nel caso di appalti superiori ai 150mila euro, vengono valutati anche la campionatura dei materiali e delle soluzioni tecniche migliorative proposte, l’esperienza e la formazione degli addetti, la possibilità di redigere un piano di manutenzione dell’opera valutandone il “ciclo di vita”, consentendo all’Ente minori consumi di energia e di emissioni inquinanti, una mitigazione dell’impatto ambientale derivante da fonti rinnovabili, fino alla demolizione selettiva. Ulteriori valutazioni riguarderanno eventuali misure aggiuntive in tema di sicurezza e di organizzazione generale del cantiere, al fine di rendere più efficace l’attività.