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Noci di Romagna: 500 ettari di superficie coltivata entro il 2025

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La superficie coltivata sfiorerà i 500 ettari nel 2025, con una produzione annua di 2.500 tonnellate e la creazione di circa 600 nuovi posti di lavoro escluso l’indotto: sono i numeri della filiera delle Noci di Romagna che abbraccia parte dell’Emilia (in particolare Ferrara e Bologna), oltre alla Romagna, ma è destinata a guardare oltre i confini regionali.

«C’è un frutteto che sta crescendo bene in regione: è quello delle noci di Romagna, di qualità ed elevato valore nutrizionale» dice soddisfatta la presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Eugenia Bergamaschi, oggi, a Forlì, all’inaugurazione del nuovo stabilimento di New Factor per la lavorazione della noce di Romagna, presso l’azienda agricola San Martino di Forlì, dove vengono smallate, essiccate, calibrate e selezionate le noci verdi prodotte dalla filiera INNOCE – un progetto ideato da New Factor (capofila) insieme ad Agrintesa e a nove aziende agricole, che è stato finanziato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale –. È soprattutto il risultato di un lavoro di 20 anni scaturito dall’idea lungimirante del suo promotore Alessandro Annibali, AD New Factor e Azienda Agricola San Martino.

«La filiera delle Noci di Romagna è un bell’esempio di frutticoltura moderna e innovativa, che risponde ad una crescente domanda interna e riduce le importazioni; un modello di investimento pubblico-privato, che si staglia nel tessuto imprenditoriale locale creando sinergie con agricoltori e imprese cooperative. Questa produzione dagli alti standard qualitativi è in grado di garantire reddito ai produttori e si sviluppa in stretta connessione con le potenzialità del territorio, stimolando investimenti strutturali anche importanti», conclude la presidente degli agricoltori.

Prosegue così l’impegno di Confagricoltura Emilia Romagna a sostegno delle produzioni di qualità e delle filiere agroalimentari regionali. È in fase di realizzazione uno studio – con raccolta e analisi dei dati -, incentrato sul patrimonio agroalimentare della Food Valley italiana. L’appuntamento è fissato per il 3 dicembre a Fico, Bologna, quando un panel economico e istituzionale, composto da personalità dell’industria alimentare, rappresentanti del mondo agricolo e delle massime istituzioni sia locali che nazionali, avrà il compito di mettere in luce e commentare gli aspetti più salienti della ricerca.