Non un investimento assistenziale per le famiglie in difficoltà, bensì un insieme di politiche di sostegno a quelle di ogni ceto – e ai giovani, che aspirano a costituirne una propria. Questa la “visione di futuro” alla base della decisione dell’amministrazione di San Benedetto val di Sambro, Comune di circa 4.000 abitanti dell’appennino bolognese, di aderire al Network dei Comuni Amici della Famiglia, raccogliendo l’appello che, a marzo, avevano mosso le Acli di Bologna, prima realtà locale ad entrare nel Network.
«Soprattutto nella zona dell’Appenino, occorre uno sforzo in più per contrastare il calo demografico, che, pure, non risparmia nessuno» ha affermato il Sindaco, Alessandro Santoni, durante l’incontro di venerdì 31 agosto con il Presidente provinciale delle Acli bolognesi, Filippo Diaco. Le due realtà, accomunate da questa adesione, si sono prontamente mosse per condividere alcune iniziative che, pur nella differenza di ruoli, possano supportare le famiglie bolognesi.
«Solo puntando sulla famiglia, la cellula primaria della società, possiamo (ri)generare il futuro delle nostre comunità» osserva Diaco: «l’idea più interessante emersa durante l’incontro ci è parsa quella che riguarda lo studio di alcune soluzioni abitative innovative per giovani e famiglie: viste le caratteristiche e le difficoltà del mercato immobiliare bolognese, è molto utile ragionare nell’ottica di Città Metropolitana» afferma il Presidente delle Acli. Al vaglio, inoltre, alcuni servizi per i giovani e gli anziani, «per seguire la famiglia in tutto il suo ciclo vitale, dalla nascita al momento dell’assistenza i membri più fragili» aggiunge il Sindaco Santoni.
«A livello regionale esistono già politiche familiari molto efficienti» prosegue Diaco, «ma una più stretta collaborazione fra le Istituzioni e il Terzo Settore, grazie al duplice punto di vista, può dare modo di individuare questioni ancora più specifiche di un determinato territorio, proponendo soluzioni su misura. La collaborazione si concretizzerà nei prossimi mesi con alcune proposte di servizi di conciliazione dei tempi di lavoro e vita per le famiglie sanbenedettesi, «coinvolgendo, oltre al Comune stesso, il volontariato locale, le parrocchie, i cittadini» conclude Diaco.