Un portentoso connubio musicale tra Italia e Stati Uniti. Con “Not a what” – che avrà luogo mercoledì prossimo 11 luglio alle ore 21.30 presso le Scuderie di Villa Spalletti a San Donnino di Liguria di Casalgrande (RE) – si incontrano il pianoforte di Giovanni Guidi e la tromba di Fabrizio Bosso per un concerto che promette scintille. Con loro sul palco Aaron Burnett al sax tenore, Dezron Douglas al contrabbasso, Joe Dyson alla batteria.
L’evento – realizzato in collaborazione con Casalgrande Jazz Festival con ingresso a 8.00 euro – si tiene nell’ambito della 23esima edizione della nota rassegna musicale Mundus organizzata da ATER – Associazione Teatrale Emilia Romagna in collaborazione con la Regione Emilia Romagna e tutti i Comuni partecipanti, che si svolgerà fino al 15 agosto tra Carpi, Casalgrande, Correggio, Modena, Reggio Emilia e Scandiano.
Giovanni Guidi e Fabrizio Bosso hanno percorso strade molto diverse: Guidi pianista per anni alla corte di Enrico Rava, dopo alcune incisioni per CAM Jazz è approdato alla blasonata etichetta ECM, con cui ha già registrato tre album da leader, Bosso, arrivato ai massimi vertici a livello mondiale del suo strumento, ha inciso da leader per Blue Note, Verve ed ora Warner. I due incontratisi durante la scorsa estate ad Umbria Jazz – dove hanno diviso il palco, l’uno con il Quintetto di Enrico Rava e Tomasz Stanko, l’altro con il proprio progetto dedicato a Gillespie “The Champ” – hanno pensato bene di unire le loro forze in una idea che li potesse spingere a oltrepassare i confini della loro personale ricerca musicale. Per far ciò hanno voluto che il gruppo fosse completato da tre giovani talenti indiscussi del jazz newyorchese del calibro di Aaron Burnett, sax tenore che sta bruciando le tappe a New York (Wynton Marsalis, Esperanza Spalding, Kurt Rosenwinkel), Dezron Douglas affidabilissimo e propulsivo contrabbassista (Ravi Coltrane, Louis Hayes, Cyrus Chestnut) e Joe Dyson , tra i più richiesti giovani batteristi oggi in circolazione. Il gruppo prende spunto per la sua denominazione da una frase del grande Bill Evans: “jazz is not a what, it is a how”.