Nei giorni scorsi la Regione Emilia-Romagna ha reso pubblici gli esiti del bando per il finanziamento delle richieste rivolte al Piano di Sviluppo Rurale per i progetti di filiera. Si tratta di una delle misure di maggior rilievo e complessità dell’intero programma che sostiene e premia i processi di integrazione virtuosa tra aziende agricole, imprese di trasformazione agroalimentare, commercializzazione dei prodotti.
Il progetto della filiera del Parmigiano Reggiano di Montagna, punta di diamante della Strategia Nazionale delle Aree Interne per l’Appennino Reggiano è risultato il primo nella graduatoria della filiera zootecnico casearia con ben 90 punti. Si tratta del punteggio più alto ottenuto da un progetto in tutti i comparti previsti dal bando regionale ed il successo è davvero di grande portata. “Si tratta di un risultato molto importante” afferma il Presidente dell’Unione dei Comuni Appennino Reggiano, Enrico Bini. “La premialità assicurata dalla strategia è stata sicuramente importante, ma anche il singolo progetto presentati ha mostrato la propria elevata qualità, indipendentemente dal l’importante sostegno riconosciuto”. Aggiunge Giampiero Lupatelli, del CAIRE, che ha accompagnato l’Unione nello sviluppo della Strategia Aree Interne per l’Appennino Reggiano: “Ritengo si tratti di un successo importantissimo per le aziende zootecniche e i caseifici sociali della nostra montagna e anche per l’intera comunità che sulla valorizzazione della filiera ha basato il perno di una strategia di sviluppo locale che punta sulla internazionalizzazione e sulla valorizzazione del capitale umano di quella che, da oggi ancor di più, vuole essere la “Montagna del Latte” per antonomasia”.
Interviene anche Sabrina Lucatelli, coordinatrice della Strategia Nazionale Aree Interne – dipartimento per le Politiche di Coesione, presidenza del Consiglio dei Ministri, che aggiunge: “L’Appennino reggiano con il progetto ‘Montagna di latte’ ci ricorda che governo del territorio e promozione delle tipicità sono due elementi che nelle aree interne si rafforzano a vicenda. Siamo soddisfatti per questo risultato importante, che premia chi amministra quei Comuni, chi vi opera, e riconosce la qualità della progettazione e del metodo della Strategia Nazionale Aree Interne, che è inclusivo e immagina scenari di medio-lungo periodo, quelli fondamentali per uno sviluppo locale duraturo”.
Il bando che ha visto primeggiare il progetto intitolato “Il Crinale” ha visto partecipare 70 progetti di filiera, che raggruppavano complessivamente 1688 domande di sostegno riferite alle singole operazioni attivate. Al progetto dell’Appennino reggiano andranno circa 3 milioni di contributo.
Il progetto ha visto costituirsi una rete di 10 latterie sociali, 27 aziende agricole e un’impresa confezionatrice di Parmigiano Reggiano, per la prima volt insieme, su un progetto che prevede investimenti per circa sette milioni di euro complessivi (che il bando finanzierà dunque quasi al 50%) e riguarda tutti i processi che ruotano attorno all’agroalimentare montano: dai foraggi alle stalle, ai magazzini di stagionatura, ai luoghi e ai processi di lavorazione del latte, alla porzionatura del prodotto stagionato. La rete di imprese è stata promossa e coordinata da Confcooperative e Legacoop nell’ambito delle azioni per le Aree interne. Le latterie reggiane coinvolte sono quelle di Quara, Cavola, Casale di Bismantova, San Pietro di Valestra, San Giorgio di Cortogno, Garfagnolo, del Parco, Cagnola, Fornacione, che rappresentano il 60% del latte lavorato nella montagna reggiana per la produzione di Parmigiano Reggiano. A queste si sono associati anche un caseificio del parmense (il Val d’Enza) e uno del modenese (Valle del Dolo), mentre delle 27 aziende agricole, 23 sono reggiane, una modenese e tre parmensi. Un progetto che rappresenta quindi un modo innovativo, e a questo punto si può ben dire “vincente”, di costruire legami e alleanze strategiche fra le imprese del territorio per valorizzare una produzione di altissima qualità, riconosciuta nel mondo.
Un territorio che lega alla produzione zootecnica il 77% del valore della produzione lorda vendibile complessiva, e che ha nella produzione di Parmigiano Reggiano un’attività che ha segnato e segna l’economia, la storia e la cultura delle comunità e delle persone.
Gli investimenti prevedono oltre 3 milioni di lavori all’interno delle aziende agricole, per l’ulteriore qualificazione delle stalle e della coltivazione, raccolta e gestione del foraggio; circa 4 milioni di interventi riguarderanno i caseifici: sale di lavorazione del latte, magazzini con sensibili ampliamenti, e punti vendita, qualificando ulteriormente non solo la produzione, ma anche la relazione diretta con i consumatori. È previsto anche un progetto di ricerca e innovazione che riguarda la migliore caratterizzazione dei foraggi.