In merito alla conferenza stampa di ieri in Provincia a Reggio Emilia, e alle dichiarazioni inerenti il lavoro per il cambiamento delle normative sui Punti nascite rese in tale occasione, il Sindaco di Castelnovo e Presidente dell’Unione dei Comuni, Enrico Bini, spiega:
“Ieri ho ribadito concetti che avevo già avuto modo di esprimere nelle passate settimane, sia attraverso interventi e risposte pubbliche che in Consiglio comunale. Il mio pensiero, condiviso peraltro dagli altri Sindaci dell’Appennino, è che l’unica strada per arrivare ad una possibile revisione della chiusura dei punti nascite dell’Appennino passi attraverso una modifica della normativa nazionale, adottata attraverso il noto accordo del 2010 in Commissione Stato Regioni, la quale indica in 500 il numero minimo dei parti necessari per mantenere aperte queste strutture. Su questo obiettivo peraltro stiamo già impostando un lavoro per portare l’istanza a Roma attraverso diversi canali: già dallo scorso 6 aprile ho invitato i parlamentari neo eletti ad un incontro da tenere a Castelnovo, che inizialmente avrebbe dovuto essere in maggio, ma vista l’incertezza sul nuovo governo abbiamo spostato l’8 giugno. Data che abbiamo avuto modo di confermare solo ora che sembra scongiurata l’ipotesi di nuove elezioni, la quale avrebbe reso l’incontro inutile: tutti i parlamentari comunque sono già stati contattati da tempo per tale data. Ieri ho avuto modo di aggiungere che questo percorso è stato anche condiviso con altri territori aderenti al Coordinamento nazionale Aree Interne, che nei prossimi giorni si riunirà a Cuneo. Questo problema infatti non riguarda soltanto l’Appennino emiliano, ma molti altri territori montani italiani che stanno cercando un modo per arrivare a ridiscutere questa normativa che ha portato alla chiusura di molti servizi. La stessa Coordinatrice del Comitato, Sabrina Lucatelli, ha avuto modo di condividere questa nostra azione intervenendo lunedì all’incontro con il Presidente della Regione Bonaccini e gli studenti delle scuole superiori, sostenendo l’importanza di portarlo avanti in modo unitario. Il tema dei punti nascite comunque non sarà il solo che intendiamo porre nella riunione di Cuneo: l’idea generale di una permanenza dei servizi legata ai numeri dell’utenza è sbagliata e penalizza eccessivamente i territori decentrati. Il circolo vizioso meno persone – meno servizi non può essere invertito soltanto cercando di aumentare i residenti. Senza i servizi è impossibile fermare le famiglie, le persone e i giovani a vivere in questi territori, o attrarre qualcuno dalle aree urbane che pure segnalano evidenti problemi dovuti a fattori opposti, all’eccessivo accentramento sostenuto negli anni passati”.