E’ entrato nel bar ed ha riconosciuto il carabiniere in borghese che si trovava all’interno. Questa circostanza tuttavia non gli ha impedito, in altra sala del locale pubblico, di cedere una dose di marijuana ad un suo amico. Purtroppo per lui il carabiniere in borghese monitorava i suoi movimenti grazie al sistema di videosorveglianza del bar che gli ha permesso di vedere in diretta la cessione di droga. Questa in sintesi la vicenda culminata con la denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia di un operaio incensurato reggiano chiamato a rispondere del reato di spaccio di sostanze stupefacenti. L’amico, un disoccupato 36enne reggiano, è stato trovato in possesso dello stupefacente appena ceduto, circa 2 grammi di marijuana, e per questo verrà segnalato quale assuntore alla Prefettura reggiana.
La vicenda risale a venerdì sera quando i carabinieri della stazione di Toano per il tramite di un militare in abiti borghesi svolgevano un servizio di osservazione all’interno di un bar del comune Appenninico sulla scorta di precise acquisizioni che segnalavano movimenti sospetti ricondotti ad attività di spaccio portata a compimento ad insaputa del titolare estraneo ai fatti oggetto delle indagini. Nel contesto di tale servizio il militare che si trovava all’interno aveva modo di scorgere l’ingresso di due uomini del paese che, al momento dell’ingresso nel bar, avvedutisi della presenza del carabiniere con atteggiamenti alquanto nervosi si appartavano in una stanza attigua adibita alle slot machine. Considerato l’atteggiamento il militare, constatato che il bar era dotato di sistema di videosorveglianza a circuito chiuso, si è avvicinato al monitor al fine di osservare in diretta ciò che accadeva nel locale delle slot, dove erano presenti i due clienti appena entrati: ovvero la cessione di droga. Alla luce di quanto accertato il militare allertava i colleghi che si trovavano fuori ed accedeva nella sala delle slot reperendo nella disponibilità dell’amico del 33enne l’involucro appena ricevuto risultato essere costituito da due grammi scarsi di marijuana. La successiva ispezione personale e la perquisizione domiciliare eseguita presso l’abitazione dell’operaio non portava al rinvenimento di ulteriore stupefacenti motivo per cui lo stesso veniva denunciato in stato di libertà per il reato di spaccio di stupefacenti.