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Forum Eventi d’autunno: da Cazzullo insieme a Vergassola a Paolo Fresu, sei incontri con l’autore

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Due giornalisti, due scrittori, uno psichiatra e persino un musicista, tutti con un libro fresco di stampa o una novità da fare conoscere al pubblico: è previsto, infatti, anche un evento speciale con la proiezione di un docu-film dedicato all’autismo. Ed è solo l’inizio. Da domenica 15 ottobre torna “Forum Eventi”: la rassegna – organizzata da BPER Banca con il patrocinio del Comune di Modena – propone i primi sei appuntamenti gratuiti al BPER Forum Monzani di Modena (via Aristotele 33): a questi seguiranno altri incontri che accompagneranno il pubblico fino a dicembre.

 

Si comincia domenica 15 ottobre alle 17.30 con Aldo Cazzullo che presenta il suo ultimo libro “Metti via quel cellulare” (Mondadori), scritto con il contributo dei figli Rossana e Francesco; il giornalista sarà accompagnato sul palco da Dario Vergassola e dalla sua ironia. Aldo Cazzullo si rivolge ai figli e a tutti i ragazzi: li invita a non confondere la vita virtuale con quella reale, a non bruciarsi davanti ai videogame, a non andare sempre in giro con le cuffiette, a non rinunciare ai libri, al cinema, ai concerti, al teatro; e soprattutto a salvare i rapporti umani con i parenti e i professori, la gioia della conversazione vera e non attraverso le chat e le faccine. I suoi due figli rispondono spiegando al padre e a tutti gli adulti il rapporto della loro generazione con il telefonino e la rete: che consente di vivere una vita più ricca, di conoscere persone nuove, di mettere lo studente al centro della scuola, di leggere i classici. Ne nasce un dialogo serrato sui rischi e sulle opportunità del nostro tempo legate a internet, alle chat e ai social.

 

Sabato 21 ottobre alle 17.30 è la volta di un evento speciale nell’ambito della Settimana della Salute Mentale “Màt 2017”, realizzato in collaborazione con l’associazione Aut Aut Modena onlus. Il giornalista Gianluca Nicoletti e il neuropsichiatra infantile Luigi Mazzone propongono il docu-film “Tommy e gli altri”. Dopo la presentazione dei suoi due libri “Una notte ho sognato che parlavi” nel 2013 e “Alla fine qualcosa ci inventeremo” nel 2015, Gianluca Nicoletti torna a Modena a chiudere la sua “trilogia” sull’autismo con la proiezione di questo film realizzato con Massimiliano Sbrolla: una raccolta di testimonianze delle famiglie alle prese con l’autismo in età adulta, in una condizione difficile da vivere con questi bambini che, una volta maggiorenni, per legge “smettono di esistere”. Nel film Nicoletti percorre tutta l’Italia in un pulmino con la troupe e il figlio Tommy – proprio nel compimento del suo 18° anno di età – regalandoci storie vere e a volte anche divertenti, e dimostrando, dietro al suo stile aspro e indocile, una rara sensibilità.

 

Si prosegue domenica 29 ottobre alle 17.30 con Gianrico Carofiglio e il suo ultimo libro “Alle tre del mattino” (Einaudi). Antonio è un liceale introverso e apparentemente senza qualità, suo padre un importante matematico; i rapporti fra i due non sono mai stati facili. In un luminoso mattino di giugno dei primi anni Ottanta atterrano insieme a Marsiglia. Il ragazzo ha sofferto di crisi epilettiche e il medico francese che lo ha in cura decide di sottoporlo a un ultimo e decisivo controllo. È quello che i dottori chiamano test di scatenamento: Antonio dovrà restare sveglio per quarantotto ore e, se non avrà ricadute, si potrà dire che è definitivamente guarito. Costretti ad affrontare insieme questa prova inattesa, padre e figlio si incontrano davvero per la prima volta. La loro sarà una corsa turbinosa, a tratti allucinata, fra quartieri malfamati, spettacolari paesaggi marini, club notturni con i loro misteri. Un viaggio, struggente e allegro, sull’orizzonte della vita. Un tempo interminabile e breve che li cambierà, entrambi, per sempre.

 

Domenica 5 novembre alle 17.30 è la volta di Antonio Manzini con l’attesissimo “Pulvis et Umbra” (Sellerio), da settimane al primo posto nella classifica dei libri più venduti. L’autore immagina i suoi romanzi non semplicemente come una serie, ma come i «capitoli di un libro più grande» sul vicequestore Rocco Schiavone, che questa volta si trova di fronte a una doppia indagine. Ad Aosta si trova il cadavere di una trans. A Roma, in un campo verso la Pontina, due cani pastore annusano il cadavere di un uomo che porta addosso un foglietto scritto. L’indagine sul primo omicidio si smarrisce urtando contro identità nascoste ed esistenze oscurate. Il secondo lascia un cadavere che puzza di storie passate e di vendette. In entrambi Schiavone è messo in mezzo con la sua persona. E proprio quando il fantasma della moglie Marina comincia a ritirarsi, mentre l’agente Caterina Rispoli rivela un passato che chiede tenerezza e un ragazzino solitario risveglia sentimenti paterni inusitati, quando quindi la ruvida scorza con cui si protegge è sfidata da un po’ di umanità intorno, le indagini lo sospingono a lottare contro le sue ombre. Tenta di afferrarle e gli sembra che si trasformino in polvere. La polvere che lascia ogni tradimento.

 

“Ci vuole coraggio per essere felici”: il nuovo saggio dello psichiatra Paolo Crepet sembra rieccheggiare le parole di Karen Blixen. E’ proprio “Il coraggio” il titolo del libro che Crepet presenta domenica 12 novembre alle 17.30. Un tempo il coraggio era solo opera dell’umano, poi le macchine se ne sono impossessate: non più il guerriero armato delle sue proprie mani, ma di mitragliatrici, carri armati, lanciafiamme. Un po’ come accade ora con la tecnologia: fino a trent’anni fa occorreva pronunciarsi, scrivere, telefonare, dunque esporsi. Oggi si comunica senza un’interfaccia umana, dunque senza rischio, senza paura di compromettersi. E le umane virtù vengono delegate a ciò che umano non è. Così, anche il coraggio e la forza d’animo che vi è intrinsecamente connaturata stanno diventando sempre più un’astrazione virtuale, svuotata di senso, per uomini e donne che vagano senza bussola, giovani accecati dal presente e vecchi incartapecoriti nel ricordo. Per fronteggiare «la più grande urgenza sociale odierna», Paolo Crepet propone a genitori, educatori e, in particolare, ai «nativi digitali» un «ipotetico inventario» di alcune declinazioni del coraggio in vari ambiti dell’esperienza umana (il coraggio di educare, di dire no, di ricominciare, di avere paura, di scrivere, di immaginare, di creare…).

E’ il musicista Paolo Fresu protagonista dell’incontro di domenica 26 novembre alle 17.30, in cui presenta il suo libro “Time in Jazz” (Franco Cosimo Panini), dedicato alla storia dell’omonimo festival da lui ideato tre decenni fa. Splendide fotografie scattate da professionisti ma anche da persone che hanno partecipato e vissuto il festival, fanno entrare nell’atmosfera magica di Berchidda. Fresu racconta come trent’anni fa, grazie a “un gruppo di persone che hanno creduto nell’impossibile” siano riusciti a far nascere “un festival di jazz in un piccolo paese del Logoduro, di sole tremila anime, lontanissimo dalle centralità culturali dell’Italia e del vasto mondo”. Da allora il festival è cresciuto fino a comprendere all’interno del programma altre forme di espressioni artistiche. Time in Jazz è un festival unico, un tutt’uno con il suo territorio, come lo dimostrano “i concerti nei boschi nelle chiesette campestri…” ma allo stesso tempo è un festival che ha saputo andare oltre, annullando i confini e avvicinando distanze, grazie alla musica e alle arti, diventando un esempio di integrazione fra le genti, le fedi e le razze.