“Resteremo umani Santo Padre, glielo prometto”. E’ la frase pronunciata dal Sindaco Virginio Merola, alla fine dell’Angelus, nel consegnare a Papa Francesco i doni della città: una riproduzione su carta pergamena della prima pagina del Liber Paradisus e un testo inedito del poeta Roberto Roversi sulla vita di San Francesco.
Il Sindaco ha accolto il Pontefice all’atterraggio dell’elicottero in via Mattei assieme al Prefetto Matteo Piantedosi, al Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e all’Arcivescovo Matteo Zuppi. Poi ha raggiunto piazza Maggiore e ha salutato alcuni dei volontari che sono al lavoro in questa giornata.
Il primo dono che il Sindaco ha consegnato al Pontefice è stato una riproduzione stampata su carta pergamena della prima pagina del Liber Paradisus, memoriale ufficiale dell’atto con cui il Comune di Bologna nel 1257 stabilì di procedere all’abolizione della servitù sul proprio territorio. La riproduzione, sistemata in una cornice di legno realizzata dalla storica bottega Lamma, con le dimensioni originali (41×30,5 centimetri), è stata effettuata dalle Grafiche dell’Artiere sulle immagini ad alta definizione gentilmente concesse dall’Archivio di Stato di Bologna, dove è conservato l’originale del Liber Paradisus.
Sul retro della cornice è stata posta la dedica del Sindaco di Bologna, Virginio Merola:
“Santo Padre, proprio 760 anni fa Bologna promulgò questo decreto: un messaggio di uguaglianza universale sul quale ancora oggi si fonda lo spirito di convivenza della nostra comunità. Con il Liber Paradisus, il 3 giugno 1257, il Comune di Bologna sancì la liberazione degli schiavi: 5.855 persone furono affrancate, a loro fu restituita la dignità che è propria di ogni essere umano. Ho il privilegio oggi di donarLe questa riproduzione della prima pagina di quel decreto, intendiamo così sottolineare il valore e il grande significato che Bologna tutta attribuisce a questa Sua visita. Soprattutto vorremmo esprimerLe il sentimento di riconoscenza per essere tra noi e la gioia di averLa potuta accogliere. Questo piccolo dono rappresenta il nostro modo di vivere e di essere: una città aperta, solidale, crocevia del mondo e del sapere”.
L’altro dono è il volume inedito, in copia unica, de Il frate di Roberto Roversi, che fu scritto nel 1983, su richiesta del regista Michelangelo Antonioni per un progetto di film dedicato alla figura di San Francesco d’Assisi. Quel testo oggi è diventato un libro che verrà pubblicato a breve dalle Edizioni Pendragon di Bologna.
Un dono il cui significato è nelle stesse parole del poeta Roversi: “Vitale e moderna, anzi attuale come se ci precedesse, la figura di San Francesco nella sua completezza si propone a noi non come un esempio (non solo come un esempio), ma come una tensione costante della nostra vita. Un fuoco vivo”.