Armati di katana hanno atteso l’arrivo sul posto di lavoro di un 58enne reggiano che è stato pestato da due fratelli che non hanno esitato a colpire con la katana il figlio 24enne intervenuti in difesa del padre. Un grave episodio di sangue quello verificatosi nella tarda mattinata di ieri in via Caselle del comune di Baiso culminato con le manette scattate sui polsi di due fratelli cinesi. Con l’accusa di lesioni personali aggravate i carabinieri della stazione di Baiso unitamente ai militari del nucleo operativo e della stazione di Castelnovo Monti, giunti in supporto, hanno tratto in arresto un cittadino cinese 33enne e il fratello 30enne, entrambi residenti a Toano, ristretti al termine delle formalità di rito a disposizione della Procura reggiana. A loro i carabinieri hanno sequestrato la katana, recuperata su un campo dove era stata gettata dopo l’aggressione, utilizzata nella spedizione punitiva.
Padre e figlio ricorsi alle cure mediche presso il Sant’Anna di Castelnovo Monti se la caveranno con una prognosi di una quindicina di giorni ciascuno per le lesioni riportate a seguito dell’aggressione. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri la vittima la sera precedente in un bar del paese era intervenuto in una lite separando i contendenti. Un’intromissione non gradita culminata con la spedizione punitiva organizzata la mattina successiva da due fratelli cinesi, tra cui il gestore dello stesso bar dove era avvenuta la lite la sera precedente. I due fratelli hanno atteso l’arrivo della vittima sul posto del lavoro dove una volta giunto veniva aggredito a pugni e gettato a terra. Il figlio intervenuto in sua difesa veniva colpito con la lama di una katana al volto che gli procurava una ferita sulla fronte con copiosa perdita di sangue. Mentre padre e figlio a mezzo ambulanza venivano condotti all’ospedale di Castelnovo Monti i due fratelli, disfattisi della katana, si presentavano spontaneamente ai carabinieri raccontando della “discussione” avuta poco prima. Ricostruiti i fatti e accertate in maniera inconfutabile le loro responsabilità i due cittadini cinesi venivano arrestati con l’accusa di lesioni personali aggravate. Dopo le formalità di rito venivano ristretti in regime di arresti domiciliari a disposizione della procura reggiana.