Ha chiesto aiuto ai dipendenti di un supermercato di Sant’Ilario d’Enza riferendo di essere rimasto vittima di una brutale rapina nel parcheggio esterno dello stesso market. Due malviventi dopo averlo gettato a terra rompendogli il cellulare salivano a bordo dell’autotreno che utilizzava dileguandosi. L’allarme poco dopo le 21,00 di ieri 31 ottobre è giunto al 112 dei carabinieri di Reggio Emilia che hanno inviato sul posto una pattuglia dei carabinieri della stazione di Sant’Ilario d’Enza mentre nell’intera zona, anche a cavallo con la limitrofa provincia di Parma scattava una serrata caccia all’uomo. Per un attimo è tornato nel reggiano l’incubo delle rapine ad opera della banda dei tir ma grazie alle immediate risultanze investigative dei carabinieri di Sant’Ilario d’Enza si è scoperto che il camionista si era inventato tutto probabilmente, essendo il suo primo giorno di lavoro, per non sfigurare davanti al titolare. Forse credeva di espletare una mera formalità formalizzando la denuncia di rapina, invece si è ritrovato in caserma per cercare di spiegare ai carabinieri di Sant’Ilario d’Enza le “falle” del suo racconto.
Nel giro di qualche ora il camionista, un 43enne domiciliato a Scandiano, si è ritrovato da vittima di una brutale rapina a indagato. I fatti cosi come da lui esposti non sono risultati corrispondere al vero motivo per cui è stato denunciato dai carabinieri di Sant’Ilario d’Enza alla Procura reggiana per simulazione di reato.
Il sistema GPS installato sull’autotreno (di cui sconosceva l’esistenza) oltre a smentire la ricostruzione del percorso, fatta in sede di denuncia, ha permesso di recuperare l’autotreno Scania finito fuori strada dopo che il conducente aver percorso una carraia che da via Manzotti conduce all’Enza. Strada questa presa per sbaglio dallo stesso camionista. Non riuscendo più a riportare in strada l’autotreno l’uomo ha quindi raggiunto a piedi il supermercato raccontando la rapina. Secondo le ipotesi investigative dei carabinieri di Sant’Ilario d’Enza l’uomo, al primo giorno di lavoro, probabilmente non voleva sfigurare con il suo datore. Da qui la decisione maturata di denunciare la rapina. Il camionista nonostante l’evidenza dei fatti maturati grazie ai riscontri investigativi dei carabinieri, non ha inteso ammettere le sue responsabilità.