Il vescovo Massimo Camisasca, riaffermando che è dottrina consolidata della Chiesa il suffragio per i defunti, chiunque essi siano, tanto più quanto più si reputi che essi sono bisognosi di perdono, chiede al parroco che la celebrazione venga spostata per evitare ogni possibilità di strumentalizzazione politica di un momento che deve restare esclusivamente religioso. Il Vescovo, inoltre, ricordando il sacrificio di sangue pagato dalle popolazioni di Villa Minozzo durante la Resistenza, chiede a Dio per tutti la grazia della riconciliazione.