“Mi figuravo, all’ingresso della città, un imprenditore o un agente di commercio straniero, o comunque un non del luogo, che fosse a Sassuolo per affari, o anche semplicemente un visitatore, un turista, e vedesse questo cartellone recante a caratteri cubitali la scritta “SASÓL”, e che si sarà detto: “boh!”. Ma come, Sassuolo, centro mondiale della piastrella, centro d’eccellenza per qualità e innovazione nella ceramica e nell’automazione, che si presenta così?
Grazie dunque per questa buona novità, la città deve dare un’immagine di apertura, di espansione, di sguardo verso il mondo, non di retroguardia, di chiusura, di sguardo verso un piccolo mondo antico.
Nessuno vuol sminuire il dialetto, tutt’altro, ma passi una didascalia, una postilla aggiunta in dialetto al cartello segnaletico principale, non mai in dialetto lo stesso segnale principale d’ingresso alla città.
Piuttosto, avrei gradito un bel sottotitolo, una didascalia, davvero, che dia appunto l’idea del rilancio, della volontà di mantenere una centralità nel mercato della nostra città, e allora perché no, oltre al gemellaggio, almeno alcuni dei cartelli non recano un “Tile Valley” o “Città della Ceramica” e/o anche “Città del Palazzo Ducale – Museo Autonomo” (ovviamente formulato in linea con le norme del Codice della Strada sulle segnaletiche stradali)?”
(S.V. – Un cittadino)