La piena del Po dei giorni scorsi non ha creato solo i ben noti pericoli e disagi agli abitanti dei paesi rivieraschi, ma ha avuto anche un notevole impatto sulla fauna presente nelle golene che, non essendo state allagate per molti anni, si sono via via popolate di volpi, lepri, fagiani, ricci ed altri piccoli mammiferi e addirittura di caprioli.
Tutti questi animali sono stati sorpresi, in molti casi impreparati, dalla piena e si sono trovati in grave difficoltà. A questo scopo la Provincia di Reggio Emilia, a partire dall’innalzamento del livello del Po oltre i 4,30 metri all’idrometro di Boretto, ha disposto la chiusura della caccia in tutte le aree golenali fino ad una distanza di mezzo chilometro dagli argini maestri, per consentire agli animali selvatici di allontanarsi indisturbati dalle zone allagate. I provvedimenti di chiusura al traffico delle strade arginali sono stati utili anche per diminuire l’afflusso di curiosi che, con la loro presenza, avrebbero disturbato gli animali impedendo a molti di loro di attraversare gli argini e salvarsi. In alcuni punti però, specialmente in corrispondenza dei centri abitati, la folla di persone che si affacciava sugli argini per osservare la piena, ha purtroppo creato gravi problemi agli animali, come in occasione dello straripamento della cinta “Boschetto”, avvenuto in pieno giorno, dietro gli spalti di Guastalla.
“In verità non sappiamo quale sia stato il reale impatto della piena, ma è probabile che sia stato catastrofico per tutti gli animali più piccoli: qualche chance in più l’hanno avuta gli animali più grandi, come lepri e volpi, che hanno una certa autonomia nel nuoto – spiega il comandante della Polizia provinciale, Andrea Gualerzi – Per i caprioli possiamo addirittura sperare che si siano salvati tutti, visto che in questa stagione non ci sono cuccioli e il clima è stato comunque mite: come confermano poi le foto scattate dai nostri agenti in golena a Gualtieri nel giorno del picco della piena, i caprioli si sono inaspettatamente dimostrati esperti nuotatori”.