Sarà riaperta, in occasione del secondo weekend della Sagra dell’uva “Visioni. Il bosco di Sant’Antonio”, installazione artistica a cura di Dario Brugioni, Daniele Gozzi e Anna Silvestri presso l’ Oratorio Sant’Antonio in via B. Cavedoni nel centro storico di Castelvetro. Gli orari di apertura saranno venerdì 26 settembre dalle 18 alle 24, sabato 27 settembre dalle 18 alle 24 e domenica 28 settembre dalle 10 alle 23. Dario Brugioni realizza opere in argilla smaltata, gli Alberi Parlanti, immaginando un futuro dove una natura, distrutta dall’uomo, sarà solo un ricordo, dove tronchi svuotati e dall’espressione mai felice rimarranno a rappresentarla. Sono di Daniele Gozzi le belle immagini e il video che ci mostrano spazi ancora incontaminati dove l’uomo è un ospite attento e rispettoso. Panche di legno massiccio sorrette da stivali in gomma, librerie dove vecchie lame da falegnameria o spole da maglieria diventano mensole, sedute rinate da altre sedie abbandonate, antichi specchi magicamente incastonati all’interno di vecchi tronchi queste sono solo alcune delle idee bizzarre di Anna Silvestri realizzate con estrema maestria. I tre artisti hanno un filo conduttore che è la natura rivisitata nelle sue più svariate sfaccettature.
“…seduta, mentre le immagini si susseguivano sullo schermo e le note si diffondevano in ogni crepa e fessura di queste antiche mura, ho visto. Ho visto un mondo, proiettato in un futuro prossimo o remoto, un mondo post industriale in cui ogni oggetto ritrovato avrà un valore inestimabile, perché irriproducibile, ma di cui non si conoscerà più l’originario uso, come per quelle spole usate come supporti per mensole, un mondo in cui un telaio di ferro di sedia, diventerà un tesoro, un mondo nel quale tutti gli alberi saranno morti e diventeranno giganti fossili e preziosi in cui incastonare frammenti di specchi. In quel mondo, in cui gli alberi saranno d’argilla e pronunceranno moniti dolenti, forse qualcuno troverà, in qualche angolo protetto, un antico computer e un antico cd, in cui, vicini o lontani pronipoti vedranno ciò che era. Capiranno cos’era veramente un albero, che esso non era funzionale a qualcosa ma bello ed utile solo per ciò che era la sua essenza…”