Sarà inaugurata venerdì 12 settembre alle ore 18.30 ai Musei del Duomo la mostra “La gloria del Santo – Culto e immagine di San Geminiano a Modena dal Medioevo all’Ottocento”: Il tema di Festivalfilosofia 2014 ha permesso di leggere, alla luce del tema della gloria scelto per questa edizione, la relazione tra Modena ed il suo patrono san Geminiano. Questo ha dato vita ad una rivisitazione delle collezioni dei musei che permette di leggere in modo più completo le opere nate intorno alla costruzione della cattedrale ed alla figura del patrono amato.
La Mostra ci offre un percorso grazie al quale “le opere d’arte straordinarie prodotte durante la vita millenaria della Cattedrale – come scriveva mons. Tollari, lo stimato direttore dei Musei del Duomo, scomparso nell’agosto scorso, nella sua introduzione al catalogo della mostra – possono essere maggiormente comprese tramite il loro puntuale inquadramento nel contesto originario in cui e per cui sono state ideate e realizzate. Nelle loro forme e nelle loro peculiari caratteristiche si possono leggere i mutamenti degli stili artistici, della liturgia e delle pratiche devozionali succedutisi nei secoli in onore del nostro Patrono”.
Alessandro Gennari, Direttore di Banca Interprovinciale, ha sottolineato il desiderio dell’istituto, che nel territorio modenese affonda le sue radici “di sostenere iniziative, come questa, che sottolineano l’identità geminiana, perché sappiamo come Modena ed il suo patroni siano legati in modo inscindibile”.
Stefania Cargioli ha sottolineato il fatto che “Festivalfilosofia nasce per unire Modena, farla ritrovare intorno ad un evento che ha comunque un grande appeal anche al di fuori. I Musei del Duomo sono una parte importante della città e inaugurano una mostra importante e duratura, che contribuisce a valorizzare ulteriormente il patrimonio Unesco della nostra città”.
Francesca Fontana, curatrice: “Il nuovo allestimento delle prime due sale dei Musei raccoglie materiali di epoche diverse, oggetti di Geminiano, offerti al Santo o a lui ispirati. Il progetto di rinnovamento del Museo evidenzia in modo più netto il suo legame con la Cattedrale e lo rende più fruibile ai giovani ed agli stranieri”.
Giovanna Caselgrandi, curatrice: “La novità principale della mostra è il corredo tombale di san Geminiano, come fu trovato nella ricognizione del 1955, e mai esposto. E’ molto semplice: una settantina di monete, risalenti ai secoli XI e XII secolo, da Milano, Lucca e altre città del centro e del nord, probabilmente inserite nella tomba in occasione delle ricognizioni del 1106 e del 1184, le croci dette appunto di san Geminiano ed un anellino. La tomba fuse da motore immobile per la città, fu un vero e proprio perno urbanistico. La Mutina romana infatti era collocata più ad est, ma la tomba del santo determinò la costruzione della cattedrale ch divenne il centro cittadino”.
Simona Roversi: “Il nuovo allestimento ha lo scopo di far meglio comprendere che cosa significa essere modenesi, in relazione con il Duomo ed il patrono. Uno degli oggetti in mostra, l’Altarolo, è un’opera rara e preziosa, solo 7 esemplari simili sono conosciuti in Europa: era l’altare portatile su cui il Vescovo Geminiano celebrava l’Eucarestia, ne divenne il primo reliquiario, grazie a Matilde di Canossa, che fece realizzare l’opera. Il catalogo che accompagna la mostra, infine, è stato pensato come strumento di divulgazione immediato ed efficace per chiunque si avvicini ai Miusei”.
Il percorso espositivo ha inizio, nella prima sala, con il corredo funerario: una serie di piccoli oggetti quali monete, crocette, quelle note appunto come “croce di San Geminiano”, dai bracci uguali, con le estremità tondeggianti e un anellino, probabilmente collocati dai fedeli nella tomba del Vescovo in segno di pietà e di devozione. A questi manufatti si affianca l’altare portatile, uno degli oggetti più significativi tra quelli conservati ai Musei: in origine l’altare privato di Geminiano, probabilmente completato nella sua forma definitiva per volontà di Matilde di Canossa in occasione del trasferimento della sepoltura dal suo antico luogo di conservazione alla cripta dell’erigendo Duomo, nel 1106.
Accanto, due codici dell’Archivio Capitolare, la Relatio e l’Evangelistario, strettamente connessi alla sepoltura del Santo, anche se per ragioni differenti. Il primo per le sue immagini: una miniatura mostra, infatti, l’istante preciso della traslazione del corpo di Geminiano con il sepolcro aperto e le offerte che vengono deposte in esso. Il secondo, perché fu assemblato nelle sue due componenti, pagine e coperta, con grande probabilità proprio in occasione di tale celebrazione.
A questo primo nucleo, collegato direttamente con la figura di Geminiano e le sue preziose reliquie, si aggiungono altre due opere, una statua ed un dipinto. La statua di rame con l’effigie del Santo ed il ciclo dei Mesi fu realizzata nel 1376 da Geminiano Paruoli (lo stemma con i secchi ce lo ricorda): costituisce un diretto collegamento con la Cattedrale, dal momento che la sua originaria collocazione era sul protiro della Porta Regia, dove ora è alloggiata una copia. La statua è stata riportata, per l’occasione, l suo primitivo splendore e da vicino è possibile cogliere i dettagli della pregevole fattura. La tela del XVII secolo rappresentante La Madonna col Bambino in gloria e i Santi Sebastiano e Geminiano (copia della “Madonna di San Sebastiano” di Correggio, ora a Dresda) attesta la vasta diffusione dell’immagine del Santo ed il definitivo consolidamento nel tempo della sua iconografia.
Il percorso espositivo prosegue nella seconda sala, in cui sono esposte opere e manufatti risalenti ad un periodo compreso tra il XIV ed il XIX secolo, segni di forte affetto nei confronti del Patrono da parte della sua città anche in epoca più recente: fra questi emerge lo splendido calice del XIV secolo, che la tradizione ricorda come di “San Geminiano”, e la ricca dotazione dell’altare della sua tomba.
La visita si conclude nella sala dell’Archivio Capitolare con codici miniati e antichi documenti, segni di devozione nei confronti del Patrono da parte della sua città.
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Apertura a orario continuato (9.30-19) e ingresso gratuito in occasione del Festivalfilosofia (12, 13 e 14 settembre).
Musei del Duomo, Via Lanfranco 6, Modena; tel. 059-4396969; museidelduomo@libero.it – www.duomodimodena.it/musei/musei.html;
Facebook: Musei del Duomo di Modena
Orario (dal 15 settembre): da martedì a domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Lunedì chiuso La biglietteria chiude mezz’ora prima dell’orario di chiusura indicato