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Partito a Spilamberto il progetto “In C’entro”: progetto di inclusione sociale per soggetti in difficoltà

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E’ partito nei giorni scorsi il Progetto “In c’entro” coordinato dall’Unione Terre di Castelli in collaborazione con il Comune di Spilamberto. Si tratta di un progetto sperimentale di inclusione sociale rivolto a persone in condizioni di fragilità, in carico al servizio sociale professionale.
Il progetto ha lo scopo di far sentire utili e parte della comunità queste persone dando loro la possibilità di socializzare, dare un contributo al paese, sentirsi “In C’entro”.
Il Servizio Sociale professionale individua i soggetti più adatti da coinvolgere a supporto di attività di cui c’è bisogno per il decoro del paese: ad esempio, cura quotidiana del verde pubblico, supporto al personale esecutore del Comune per attività non professionali negli spazi e negli edifici pubblici. Finora sono state inserite nel progetto cinque persone.
Ogni luogo pubblico “adottato” dal progetto “In C’entro” sarà segnalato con un cartello speciale, a riconoscimento delle persone coinvolte e a valorizzazione dell’impegno civico.
Per sostenere il progetto vengono utilizzate le risorse che Overseas versa al Comune per la gestione dell’area “L’Isola che c’è”. L’Associazione infatti raccoglie oggetti usati e beni dismessi, che vengono concessi gratuitamente su richiesta a soggetti in difficoltà. Gli oggetti non richiesti possono essere poi messi in vendita. Il ricavato in parte va a sostenere i progetti di cooperazione internazionale di Overseas e in parte viene versato al Comune con la condizione che venga impiegato per fini di pubblica utilità.
“Il progetto- spiega il Vicesindaco ed Assessore ai Servizi Sociali Salvatore Francioso – è stato ideato dalla scorsa amministrazione e in particolare da Sara Zanni, che mi ha preceduto come assessore. Noi abbiamo da subito condiviso le modalità e gli obiettivi. Sul sociale è fondamentale dare un aiuto a chi ha bisogno, ma sempre legato ad una progettualità. Le risorse che abbiamo sono poche e non possiamo darle a fondo perduto, ma erogarle a fronte di un progetto concreto che di volta in volta possa risolvere le situazioni di criticità. Solo così si possono aiutare davvero le persone ed i nuclei familiari in difficoltà”.