Da almeno due mesi, un’attività commerciale del comprensorio ceramico reggiano registrava anomali ammanchi dal fondo cassa: ad alleggerirlo, come hanno rivelato le indagini dei Carabinieri della Tenenza di Scandiano, un dipendente della stessa azienda. Le indagini sono state confortate dal sistema di videoripresa installato negli uffici, che hanno ripreso le condotte delittuose dell’infedele dipendente. Con l’accusa di furto aggravato e continuato i Carabinieri della Tenenza di Scandiano hanno quindi segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un 39enne reggiano. Ad attivare i Carabinieri scandianesi il responsabile dell’attività commerciale che da qualche tempo aveva riscontrato irregolarità contabili nel fondo cassa. Ammanchi di denaro che venivano registrati sempre più frequentemente (8 aprile 320 euro, 11 aprile 150, 12 aprile 320 e 14 aprile 285 euro) tanto da vedere la Procura reggiana accogliere le richieste dei Carabinieri scandianesi in relazione all’installazione, nell’ufficio oggetto degli ammanchi di un sistema di videoripresa. Tra il 19 ed il 22 aprile si registravano altri ammanchi per complessivi 520 euro, l’ultimo dei quali ovvero quello del 22 aprile veniva ripreso dalle telecamere che immortalavano nel bel mezzo del furto l’odierno indagato.
L’altro pomeriggio la prova del nove si aveva quando all’ennesimo furto di 300 euro (ripreso dalle telecamere) il dipendente infedele veniva trovato in possesso dei 300 euro che erano stati preventivamente contrassegnati dai Carabinieri. L’uomo condotto in caserma e messo alle strette ammetteva le sue responsabilità confessando due mesi di ruberie nel corso dei quali si era impossessato in più riprese di oltre 7.000 euro. “L’ho fatto per rendere più agiato il tenore di vita alla mia famiglia!” Questa la “giustificazione” del dipendente infedele che ovviamente non poteva essere considerata esimente della condotta delittuosa ravvisata e che lo vede ora indagato alla Procura reggiana con l’accusa di furto aggravato e continuato.