Home Appennino Modenese Cgil Modena: “applicare la legge anti corruzione nella PA. Ma non solo...

Cgil Modena: “applicare la legge anti corruzione nella PA. Ma non solo di facciata!”

# ora in onda #
...............




Franco-ZavattiE’ da poco uscito il primo Rapporto dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, sugli esiti e le scadenze del primo anno di attuazione dell’importante Legge n.190/2012 sulla trasparenza e la prevenzione anticorruttiva nella pubblica amministrazione. Un Rapporto che parla anche ai nostri territori. Una relazione molto chiara e finalmente lontana dal linguaggio burocratese, che non si sottrae dai forti rilievi espressi a febbraio dalla Commissione Europea e con l’obiettivo di far uscire il nostro Paese dal triste e costosissimo record in materia di corruzione. Un Rapporto che, mentre valorizza l’avvio di una nuova stagione di contrasto che sta impegnando moltissime amministrazioni pubbliche, rileva esplicitamente quanto “..il livello politico, nelle scelte di prevenzione alla corruzione, non abbia mostrato – ai diversi livelli – particolare determinazione ed impegno…”.

Fatto sta che nel nostro Paese “il costo delle infrastrutture o della gestione degli appalti pubblici” è ben superiore alla media europea.

Limitiamo l’attenzione alle evidenti criticità, già segnalate dalla Cgil regionale, che connotano le difficoltà degli Enti territoriali – specie quelli di media e piccola dimensione – anche nella nostra regione.

Lo scorso mese di gennaio, scadeva un termine obbligato dalla legge, per attivare in ogni singolo Ente – dai Comuni, alle Aziende Sanitarie, Consorzi ed Aziende pubbliche – misure e decisioni strutturali. Scadenze importanti, quanto estesamente inapplicate, e passate nel troppo silenzio o generale indifferenza. Forse in attesa della notizia clamorosa!

Per quanto riguarda l’approvazione dei Piani triennali anticorruzione, la nomina dei Responsabili di ente, i programmi mirati di formazione del personale, oltre che l’individuazione dei settori “più esposti al rischio”, vi sono ampi ritardi e difficoltà.

A partire dagli Enti Ministeriali, con solo il clamoroso 77% di adempimenti eseguiti, per finire ai Comuni ed Aziende Sanitarie, in coda con un incredibile 34% !

La nostra regione Emilia-Romagna è, dopo la Valle d’Aosta, seconda nella classifica nazionale, con un 45% dei Comuni adempienti.

Media che scende al 28% per i piccoli Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti.

Modena è la provincia più avanzata, con la maggioranza dei suoi maggiori Enti pubblici, che hanno rispettato quelle scadenze: ASL, Università, Camera di Commercio, Provincia e Comuni di Modena, Carpi, Mirandola, Vignola, Sassuolo, Pavullo e gli altri principali Municipi del territorio.

In almeno 34 dei loro siti on line, sono pubblicate le deliberazioni.

Troppo spesso, scorrendole, molto simili e con testi quasi ripresi a fotocopia.

In un solo caso, si registra un’ottima iniziativa di deliberazione a livello di Unione dei Comuni: quella dell’Unione Terra dei Castelli, nell’area vignolese.

In tal senso, deve far riflettere la grave riflessione proposta dal citato Rapporto nazionale “..negli atti assunti, sembra si sia spesso privilegiato il rispetto formale dei tempi e procedure”.

Come dire: rischio evidente di aver privilegiato il burocratese anziché la sostanza.

 

Ecco perché la Cgil, ponendo anche il peso di queste tematiche sulla legalità al centro dell’attuale dibattito congressuale, ripropone alcune esigenze indifferibili:

1) La Regione assuma – in attesa di uno specifico mandato che una modifica della legge nazionale dovrà introdurre – un ruolo attivo e necessario di monitoraggio e sollecitazione, verso tutti gli Enti tenuti agli adempimenti anticorruzione.

2) Si attivi decisamente un ruolo diretto ed in capo alle Unioni dei Comuni, al fine di affiancare e sostenere i Comuni di piccola e media dimensione, con inadeguate risorse e competenze.

3) Si attivi rapidamente un Coordinamento Provinciale fra i Responsabili Anticorruzione, già nominati dagli Enti, quale sede competente di supporto qualificato ed operativo, per promuovere azioni concrete e durevoli di formazione ed analisi dei rischi.

4) Si attivino Tavoli Provinciali di confronto diretto, fra Istituzioni ed Associazioni della società civile, sensibili ed utili alla rete di prevenzione e controllo sociale.

Punti necessari e fattibili, che poniamo anche alla attenzione dei programmi dei candidati alle ormai prossime elezioni Amministrative per il governo di tantissimi comuni.

(Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale)