Inizio d’anno amaro per centinaia di lavoratori dell’Unione Terre di Castelli. Con decisione unilaterale tutti gli Enti che fanno capo all’Unione, hanno infatti deciso di togliere alle persone che lavorano per almeno 20 ore settimanali davanti ad un PC, l’indennità di rischio di 30 euro mensili lordi prevista dalla legge.
Questa decisione rappresenta una palese violazione sia degli accordi decentrati che del Contratto Collettivo Nazionale che delega alla Contrattazione decentrata la decisione su questo Istituto di salario accessorio.
E’ da oltre due anni che Direttori generali e dirigenti vari provano a negare questo diritto ma sono stati prontamente fermati dalla rappresentanze delle lavoratrici. Tale indennità di rischio è connessa alla specificità della mansione, mentre le amministrazioni, usando un parere di parte dell’ARAN, hanno deciso di sopprimere questa indennità adducendo come pretesto un possibile rilievo da parte dei revisori dei conti; per questo motivo propongono di trasformarlo in Progetto triennale e pagato in una unica soluzione annuale.
Questa ipotesi di soluzione è a nostro avviso assolutamente impropria perché questo sarebbe un Progetto fasullo perché questa indennità è attribuita per rischi sulla salute ed è una mansione ordinaria. Questo si che potrebbe essere impugnato dai revisori dei conti in quanto non ha niente a che vedere con la progettualità. Noi abbiamo il fondato sospetto che dietro questa idea di progetto fasullo, si nasconda un tentativo maldestro di un ulteriore taglio al salario dei lavoratori pubblici che dal 2010 hanno i contratti bloccati e le progressioni di carriera.
Per questi motivi la Federazione Provinciale di SEL denuncia la gravissima azione messa in campo dai dirigenti dell’Unione Terre di Castelli e chiede il ripristino immediato dell’indennità di rischio ai videoterminalisti e allo stesso tempo l’apertura di un tavolo negoziale con le parti sociali, perché quello e solo quello e il luogo deputato per affrontare l’argomento.
Ci affianchiamo quindi alla CGIL, alla FIADEL e al SULPM che hanno proclamato lo stato di agitazione.
(SEL- Federazione di Modena)