Clienti fittizi, mediatore e compiacenti allevatori sono riusciti ad orchestrare una maxi truffa ai danni di un’azienda umbra. Oltre 3.000 capi di suini per circa 250.000 euro, ordinati, acquistati e mai pagati dagli odierni indagati, un reggiano, un modenese, un bergamasco e un bresciano, che i Carabinieri della Stazione di Guastalla hanno denunciato alla Procura reggiana. Un indagine che oltre a ricostruire il giro d’affari truffaldino, ha permesso il recupero e conseguente sequestro di oltre 1.600 capi di bestiame per un valore di oltre 120.000 euro. Un maxi raggiro che non si esclude potrebbe avere ulteriori sviluppi nelle indagini condotte dai Carabinieri di Guastalla a cui l’azienda perugina ha sporto denuncia che hanno permesso anche la localizzazione, in provincia di Modena, di altri 600 suini acquistati da un ignaro allevatore modenese che gli aveva acquistati da uno degli odierni indagati. Suini questi ultimi che potrebbero prestare tornare in disponibilità dell’azienda modenese giacché non è stata conclusa la transazione di pagamento. Nella more di ulteriori sviluppi i militari della Stazione di Guastalla, a conclusione delle relative indagini, con l’accusa di concorso in truffa hanno denunciato alla Procura reggiana un 42enne allevatore bresciano, un 44enne imprenditore agricolo modenese, un 32enne reggiano e un 50enne intermediario bergamasco. Secondo la ricostruzione investigativa dei Carabinieri i quattro, tra i mesi di ottobre e novembre, con piu’ azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, contattavano l’azienda perugina e tramite l’intermediario acquistavano svariati capi di suini facendo intendere l’assoluta solvibilità dell’aziende ordinanti di fatto non corrispondente al vero. Ottenuto il bestiame, oltre 3.000 capi di suini per un controvalore di 250.000 euro, i responsabili non provvedevano al relativo pagamento dissolvendosi nel nulla. Le indagini dei Carabinieri della Stazione di Guastalla, oltre a ricostruire l’intero giro truffaldino arrivando a verificare tutte le illecite attività di compravendita, permettevano di localizzare in un allevamento della bassa reggiana oltre 1.600 suini, per un controvalore di 120.000 euro, provento della truffa. Altri 600 capi, come accennato in premessa, venivano localizzati e bloccati nel modenese prima che potesse concludersi la compravendita.