Proseguono gli appuntamenti di grande teatro al Fabbri di Vignola, martedì 10 e mercoledì 11 dicembre alle ore 21:00 sarà la volta de Il Don Giovanni, vivere è un abuso mai un diritto di e con Filippo Timi, che rivisita il mito del Burlador de Sevilla sulla falsariga del libretto di Da Ponte .
Per Timi ognuno ha la propria storia e Don Giovanni ha la sua. Non l’ha scelto lui di nascere Mito, gli è capitato, e lui non si sottrae dall’essere se stesso. Ecco in cosa è grande. Non perché accetta la morte, deve per forza, come tutti. E’ grande perché accetta a pieno le conseguenze, inevitabili, dell’essere nient’altro che se stesso.
Il gioco di Timi – con spezzature, metafore, allusioni e ironie – mira a fare esplodere una tradizione che va dalla leggenda di Orfeo, sbranato dalle femmine invasate, fino alla sprezzante definizione che Richard Dawkins ha dato di Dio, passando per l’arte della fuga, per la dissoluzione delle istituzioni, per la forza anarchica della passione che alla fine distrugge se stessa.
L’esito paradossale è una sorta di religione della mente, “con un Dio così umano da far tenerezza… che non cerca il bene, che non combatte il male e finalmente si arrende alla bellezza della vita”.
È la religione impossibile sognata da Nietzsche, che si realizza nella magia della scena.
Don Giovanni conosce la sua fine, è solo questione di rincorsa, è l’umanità volubile e insaziabile, l’umanità finalmente priva di quelle morali colpevoli dell’assurdo destino verso cui stiamo precipitando. E la colpa non è certo della storia, o di tutti quei Cristi che c’hanno professato amore, ma la nostra: la fame di potere insita nell’uomo, nessuno escluso, la fame di resistere, di mistificare, di ingannarsi piuttosto che sopravvivere. Meglio morire da idioti ma tutti insieme che svegliarsi e di colpo comprendere l’errore? Evidentemente si. Ma stavolta l’evidenza lascerà una firma sanguinaria, una firma così profonda da spazzare via l’intera umanità. Don Giovanni è un’intera Storia dell’umanità. Non c’è scampo: se neppure un’umanità sveglia e godereccia, fuori dalle regole e concentrata sul piacere come Don Giovanni, non può esimersi dal suo più importante appuntamento con la morte.
Don Giovanni non brucia mai veramente, desidera bruciare, promette l’inferno, la sua arte è teatrale, recita così bene la promessa che è impossibile non credergli o ancora meglio non desiderare credergli.
Mercoledì 11 dicembre il prezzo del biglietto sarà di €15,00.