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XXXIII anniversario strage di Ustica: gli interventi del Sindaco di Bologna, Merola e di Bonfietti, Associazione parenti delle vittime

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Museo-Memoria-Ustica-2“L’esercizio della memoria ha senso, ed è fondato, se porta ad assumere impegni precisi. Ricordare è un fatto molto importante, anche nel suo significato letterale, perché letteralmente significa “tenere nel cuore”, la nostra comunità ha sicuramente dimostrato di mantenere un grande rapporto di affetto e di solidarietà con l’associazione delle vittime della strage di Ustica. Abbiamo fatto passi in avanti, malgrado i tentativi di fare confusione. Noi chiediamo giustizia, ma la verità la sappiamo: abbiamo ottenuto la verità giudiziaria. E su questo non ci può essere confusione.

Ciò che ci manca, e manca al Paese, è la piena giustizia, cioè la pienezza della verità storica di quanto accaduto. Ci siamo battuti insieme ai familiari delle vittime della strage di Ustica, ma abbiamo fatto un passo in avanti decisivo nel gennaio scorso, con la sentenza formulata dalla Cassazione, che ha stabilito che le 81 vittime che persero la vita, la persero perché quell’aereo fu abbattuto da un missile. Quella sentenza pone un punto fermo, una verità giudiziaria a cui tutti siamo tenuti ad attenerci e una verità che ha sempre sostenuto con ostinazione e con argomenti e con documentazione l’associazione dei parenti delle vittime.

Certo, sono tante le stragi e gli attentati che nel nostro Paese, come sappiamo, attendono a distanza di anni di sapere cosa realmente sia accaduto. Ci sono domande a cui occorre dare risposte e, soprattutto, capire il perché di ostinati silenzio e reticenze.

Ringrazio Giorgio Ardizzone, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, che ha voluto realizzare un incontro in Sicilia, a Palermo, a cui ho partecipato, per per ricordare le vittime di Ustica, assieme a Daria Bonfietti, al presidente della Camera Laura Boldrini, al presidente del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna Palma Costi, al sindaco di Palermo e Ustica, Leoluca Orlando e Attilio Licciardi.

In quell’occasione il presidente Boldrini ha detto: “Penso che lo Stato debba essere laddove c’è la ricerca della verità, perché questo serve a rinsaldare il patto di lealtà tra lo Stato e i cittadini”. Sono parole che devono fare riflettere e devono fare in modo che politica, le istituzioni, aiutino la magistratura a completare il suo lavoro.

Le comunità locali sono sempre state al fianco dei cittadini e in particolare delle associazioni delle vittime delle stragi. Voglio qui ricordare che la Repubblica non è solo Stato, la nostra Costituzione definisce la Repubblica come formata da Comuni, Province, Regioni e Stato.

Non c’è un rapporto gerarchico nella nostra Repubblica democratica, c’è un rapporto funzionale. Se la credibilità rispetto alle istituzioni democratiche è rimasta viva in questo Paese, lo si deve all’impegno delle associazioni delle vittime delle stragi e alle comunità locali qui oggi rappresentate. Quello che Regioni, Province e Comuni hanno voluto e saputo fare per mantenere un rapporto di credibilità e fiducia nelle istituzioni.

Ora tocca allo Stato fare la propria parte per recuperare la credibilità nelle istituzioni democratiche della nostra Repubblica.

Sopra i cieli di Ustica, la sera del 27 giugno c’è stato un conflitto.

Altre tesi fanno parte di polemiche sterili. Da troppo tempo sappiamo, in particolare i familiari delle vittime, che è ora di sapere perché quell’aereo che trasportava civili è stato abbattuto in una operazione militare. Lo dobbiamo alla memoria delle vittime, di chi quella sera ha perso la vita, e lo dobbiamo a voi, parenti delle vittime. E lo dobbiamo ai cittadini italiani.

Voglio ricordare, così come ho fatto a Palermo, che 33 europarlamentari – primo firmatario Salvatore Caronna – un anno fa hanno fatto un’interrogazione alla Commissione e al Consiglio Europeo per verificare se la decisione dei Paesi membri di non dare né risposta né assistenza alle autorità giudiziarie italiane non vìoli il principio della cooperazione leale tra Paesi dell’Ue sancita nei trattati. Abbiamo dovuto scoprire, con quella interrogazione, che l’Italia però non ha ancora ratificato la Convenzione sulla cooperazione giudiziaria in materia penale, che giace in attesa di ratifica dal 29 maggio 2000. Quindi, non possiamo chiedere l’applicazione di una convenzione che non abbiamo ancora ratificato.

Le indagini svolte dalla magistratura italiana hanno accertato che il 27 giugno 1980 quando il DC9 in volo da Bologna a Palermo fu abbattuto nell’area erano presenti aerei e navi di alcuni Paesi membri (Francia, Germania, Belgio) e di due paesi terzi (Stati Uniti e Libia). Sapere cosa hanno visto quelle navi e quegli aerei è di fondamentale importanza per fare piena e definitiva luce su ciò che è realmente accaduto quella notte.

Abbiamo dovuto apprendere anche con una contestualità davvero degna della più grave pesantezza burocratica cui questo Paese ci sta abituando, che l’Avvocatura dello Stato intende ricorrere contro il risarcimento ai familiari delle vittime. Ce l’hanno fatto sapere oggi. Ora dobbiamo reagire, con la consueta determinazione. Propongo che le istituzioni qui presenti, i due rappresentanti dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e Sicilia, insieme al Sindaco di Bologna e al Sindaco di Palermo, insieme all’associazione dei familiari delle vittime di Ustica, promuovano un incontro con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e il nostro ministro degli Esteri, per chiedere la ratifica di questa convenzione e di coinvolgere i parlamentari locali. E propongo anche che questo incontro serva a ribadire che è penoso, in un Paese civile, che di fronte ad una giustizia piena, negata da 33 anni, l’Avvocatura dello Stato trovi il modo di infierire ancora in questa situazione addirittura con questa tempestività non richiesta, rispetto all’importanza di una giornata come quella odierna.

Cari parenti delle vittime il Comune di Bologna è al vostro fianco per completare il cammino verso la verità, e lo facciamo assumendo impegni precisi. Oggi è una giornata di memoria, di ricordo. Andrete a visitare nuovamente il bellissimo museo a cui ha dato vita questa città, c’è un programma di alta qualità culturale che si svolgerà nel Giardino della Memoria. Una rassegna che intende porre il tema generale: “dalla verità alla storia”, una rassegna del teatro civile, impegnato, perché l’arte ha molto a che fare con la verità”.

(intervento del sindaco Virginio Merola)

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“Signor Sindaco,

siamo ancora qui, in quest’aula, dove in questi anni abbiamo espresso i nostri sentimenti, le nostre aspettative.

E voglio quindi subito ringraziare i rappresentanti degli Enti locali dell’Emilia Romagna, e in questa occasione anche della Sicilia, che ci hanno accompagnato sempre con la loro amicizia e la loro effettiva solidarietà.

Per noi questo è un anniversario particolare: perché viene dopo la Sentenza-ordinanza del Giudice Priore, la Sentenza del Tribunale civile di Palermo, la Sentenza della Cassazione, che ci danno la verità, anche formalmente e in maniera definitiva.

Il DC9 è stato abbattuto ed è responsabilità dei Ministeri dei Trasporti e della Difesa non avere salvaguardato la vita dei cittadini e avere ostacolato in ogni modo il raggiungimento della verità.

Signor Sindaco,

in questi anni mi sono sentita ripetere tante volte che le mie potevano essere soltanto supposizioni e quindi sono stata ascoltata – certo tantissime volte in questa aula, con attenzione e partecipazione – ma anche con sufficienza o perfino con fastidio e contrapposizione, perché si sosteneva che una parola definitiva poteva venire solo dalla Magistratura.

Ora dunque questo momento è venuto e allora con particolare emozione, dobbiamo affermare che oggi sulla vicenda la Magistratura ci ha dato la risposta definitiva.

Il DC9 è stato abbattuto, ed è responsabilità dei Ministeri dei Trasporti e della Difesa non avere salvaguardato la vita dei cittadini e poi avere ostacolato in ogni modo il raggiungimento della verità.

Questa è la verità che oggi simbolicamente mi sento di ribadire dinnanzi a tutti voi, come per consegnarvela e condividerla.

In questo momento, tra le tante immagini che mi hanno accompagnato in questi anni, vedo la famosa pagina del corriere della sera, ripresa anche dal film Il Muro di gomma: “Ustica vergogna di Stato”.

Ma io voglio affermare qui che sarebbe ancor più vergognoso oggi non prendere atto di quanto è accaduto e che la sentenza ha definito. Sarebbe una vergogna soprattutto contro la dignità della nazione e di tutti i cittadini. E io credo che il Governo del nostro Paese deve prendere atto delle sentenze e cominciare ad avere comportamenti concreti e conseguenti.

E mi permetto di segnalare che il presidente della Repubblica ci ha esortato “a mantenere vivo – anche sulla base della recente sentenza della Corte di Cassazione- l’impegno delle istituzioni e di tutti i cittadini perché si onorino i principi di verità e giustizia”.

Questo è il grande appello che oggi mi sento di rivolgere da quest’aula. E chiedo al Sindaco di Bologna, ai presidenti delle assemblee elettive e regionali che partecipano a questo incontro di volere con me essere al più presto alla Presidenza del Consiglio per far sentire questa esigenza. Ed è proprio anche per questo che abbiamo scritto nei nostri manifesti “dalla verità alla storia”, perché questa è la nuova pagina che dobbiamo scrivere, consapevoli fino in fondo che questa è la storia del nostro Paese, consapevoli fino in fondo che la Storia non può essere scritta dai parenti delle vittime, e neppure dalla politica, o dai Parlamenti, ma che tutti abbiamo il dovere di ripercorrere la vicenda di Ustica, dobbiamo ripartire da questa consapevolezza terribile che è stato propriamente “un atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto”.

Voglio anche ricordare a tutti noi, che proprio Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e permettetemi un grande ringraziamento personale per la Sua continua attenzione a questa vicenda, dicevo, voglio ricordare, che nel 2010 ebbe ad affermare che ”intrecci eversivi forse anche intrighi internazionali, opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato e inefficienza di apparati hanno allontanato la verità sulla strage del Dc9”.

Dobbiamo dunque partire da queste consapevolezze per comprendere il grande problema del contesto internazionale che abbiamo davanti: certamente un episodio di guerra come quello che ha travolto i nostri cari, è un episodio che coinvolge gli Stati e le loro politiche. E allora il compito primo è sentire fino in fondo che quello di Ustica è un grande problema di dignità nazionale, che richiede un impegno particolare delle Magistratura, ma nel contempo richiede un totale coinvolgimento del Governo, della Diplomazia.

Il Governo deve cambiare comportamento, un comportamento totalmente diverso, ad esempio, da quello che ha portato alla mancata ratifica di un Trattato di collaborazione giudiziaria del maggio 2000, per cui non è stata permessa, fin qui, la collaborazione delle Istituzioni Europee per la vicenda di Ustica.

C’è dunque da ricostruire un panorama molto complesso, proprio perché oggi sappiamo, contrariamente a quanto affermato ufficialmente, che quella notte erano molto “frequentati” sia il mare che il cielo.

Nel Mediterraneo – parlo di mare e cielo – si muovevano mezzi militari di tanti Paesi, alleati e non, seguendo i più vari interessi, frutto di una situazione geopolitica molto complessa e ancora non completamente disvelata. Oggi possiamo salutare con soddisfazione le notizie di una avviata collaborazione francese, ci dobbiamo soffermare sul fatto che dopo trentatre anni possiamo interrogare gli avieri di Solenzara, ma riflettiamo: rendiamoci conto che stiamo cercando di annodare i fili di una tela che è stata colpevolmente stracciata quando la Magistratura tenne le indagini circoscritte al triangolo Ponza-Latina-Palerno e l’Aeronautica Militare Italiana affermava che il DC9 era caduto per cedimento strutturale.

Queste sono le prima grande responsabilità, la fonti di ogni inganno!

Dobbiamo ripercorrerle queste pagine, sia andando a fondo in ogni anfratto nel nostro Paese, in ogni Archivio, ma dobbiamo ancora molto impegnarci a livello internazionale, verso Stati amici e alleati, e verso gli Organismi internazionali, soprattutto quelli militari e di difesa. Ma anche in questa occasione non voglio tacere che il Governo e i Ministeri sono stati condannati, e ragionevolmente arriveranno altre condanne, possiamo e dobbiamo chiedere di volere conoscere i loro atteggiamenti.

Pagheranno in silenzio con qualche stralcio di bilancio, mettendo dunque il tutto sulle spalle dei contribuenti ovviamente non responsabili, o chiederanno conto dei comportamenti, chiaramente indicati nelle varie Sentenze, dei loro dipendenti?

Non credo che questa sia una richiesta motivata da vendetta, bensì soltanto chiedere conto dei comportamenti degli uomini degli apparati dello Stato. O ancor meglio, esigere chiarezza e trasparenza nel rapporto tra Istituzioni elettive e apparati dello Stato.

Deve emergere insomma, io credo fermamente, la necessità di chiedere come tutto questo è stato possibile, perché non si è tutelata la vita dei cittadini, perché, senza retorica, “non sono stati difesi i sacri confini della Patria”.

Oggi sono grata a tutti Voi di trovarmi qui, è importante parlare di Ustica una volta conquistata la verità giudiziaria, è importante salutare la presenza del Presidente dell’Assemblea regionale siciliana che insieme alla Presidente della nostra Assemblea legislativa stanno individuando nuove positive forme di collaborazione al nostro impegno per passare dalla verità alla storia, è la strada per onorare i nostri morti, è la strada per rispondere ad un’esigenza di dignità nazionale.

E mi piace terminare ricordando che questa nostra volontà di sapere tutto quello che è accaduto trova simbolicamente un punto di congiunzione nel Museo per la memoria di Ustica dove l’opera di Boltanski dialoga con il relitto e dà futuro al ricordo dei nostri cari. Un museo che crediamo deve essere sempre più difeso e valorizzato e inteso come punto vitale per la cultura della nostra città”.

(Daria Bonfietti, Associazione parenti delle vittime  della  strage  di Ustica)