La completa bonifica dell’area dell’ex Cava Canepari, nel Comune reggiano di Casalgrande, è ancora considerata prioritaria per la Regione? È quanto chiede, in una interrogazione alla Giunta regionale, Gabriella Meo (Sel-Verdi) a proposito dell’area dove si trovava una ex cava di ghiaia in riva al fiume Secchia e utilizzata negli anni ’70 e ’80 come discarica di rifiuti e delle zone limitrofe.
Il progetto di messa in sicurezza d’emergenza dell’area di Cava Canepari – riferisce la consigliera – era stato finanziato dalla Regione nel 2009 per un importo complessivo di oltre 7 milioni e mezzo di euro (fondi di derivazione ministeriale), anche se poi di fatto – commenta – “la gara d’appalto per l’aggiudicazione dell’intervento ha determinato un ribasso d’asta di circa 2 milioni di euro che sono ritornati nella disponibilità della stessa Regione”. E’ poi successo che nel corso dei lavori di scavo per la messa in sicurezza, siano stati rinvenuti rifiuti di cemento-amianto non precedentemente caratterizzati ed esternamente alle aree di progetto per un quantitativo stimato dalla direzione lavori in 6.700 tonnellate. Un nuovo quadro d’insieme, dunque, che il Comune di Casalgrande – riferisce ancora Meo – “ha più volte portato all’attenzione della Regione, segnalando l’urgenza del finanziamento della perizia di variante ai lavori nella Cava Canepari”. Variante che tuttavia non è ancora stata adottata.
Di qui la richiesta alla Giunta per sapere se dunque la Regione abbia intenzione di finanziare urgentemente la perizia di variante relativa alla messa in sicurezza d’emergenza dell’area approvata dal Comune di Casalgrande, “utilizzando a questo scopo le somme a suo tempo stanziate dal ministero per l’intervento e che, attraverso il ribasso d’asta, rimangono nella disponibilità della Regione stessa”.