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La risposta all’interrogazione di Fabio Ferrari e il punto sulla situazione della scuola dell’infanzia a Casalgrande

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Riceviamo dal protocollo del’Unione Tresinaro Secchia una interrogazione a risposta scritta a firma del consigliere e capogruppo della Lega dell’Unione Fabio Ferrari sulla «chiusura della sezione Ugo Farri di Casalgrande».

È una interrogazione che, al di là della non chiarezza del contenuto -in quanto nel documento si dimostra una non conoscenza della materia da parte di un consigliere di Scandiano su una questione relativa di Casalgrande- si rivela imprecisa, poiché l’Unione non ha tra le sue funzioni associate quella dei servizi scolastici.

Pertanto non riusciamo a comprendere su quale base, se non sulla scia di una risposta politica che non tarderò a dare, dovremmo rispondere a tale interrogazione.

Nel comune di Casalgrande non sono presenti, come erroneamente riporta il consigliere, quattro sezioni di scuola dell’infanzia per i bambini tra i tre e i sei anni. Bensì, a oggi, con l’anno scolastico in corso, sono presenti ben venticinque sezioni (tredici di scuola statale, quattro di comunale, otto di privata) che accolgono, nel sistema integrato pubblico e privato, ben 655 bambini, coprendo totalmente la domanda di posti.

Da qualche settimana, si sono chiuse, all’interno del Comune, le iscrizioni della scuola d’infanzia comunale. Esse hanno visto una contrazione della domanda pari a venti bambini. Di fronte a tale situazione, è evidente come -in una attenta gestione economica e finanziaria del nostro ente che sempre di più registra una difficoltà gestionale derivata dalla continua contrazione delle entrate- non sia possibile garantire lo stesso numero di sezioni, ma sia necessario andare a un riduzione di almeno una sezione su venticinque.

Sono consapevole che le scelte di contrazione di un servizio erogato dalla PA, soprattutto quando insistono su quell’importante sistema di welfare che abbiamo offerto alle famiglie nel nostro distretto in questi anni, non sono né facili né tantomeno vengono prese a cuor leggero. Ma la scelta di rivedere l’attuale organizzazione non andrà a inficiare il fabbisogno di posti della scuola d’infanzia, poiché il sistema integrato sarà in grado di rispondere in toto alle richieste, senza che vi siano liste d’attese significative.