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I ragazzi di terza media di Casalgrande portano in scena ‘Le mille e una notte’

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Martedì 30 aprile alle ore 20,45 al Teatro Fabrizio De Andrè, la classe terza E della scuola secondaria di primo grado di Casalgrande presenterà lo spettacolo «Le mille e una notte». La narrazione sarà supportata da un teatro di ombre cinesi, una forma d’arte molto antica, e dalla proiezione di immagini realizzate con diverse tecniche dagli stessi alunni.

Il progetto ha coinvolto insegnanti di diverse discipline: lettere, musica, arte e tecnologia. I docenti che ne hanno curato la realizzazione sono: Valeria Benevelli, Irene Bonfrisco, Alessandro Ghirardini, Antonella Lio e Stefania Rovello. La musica che accompagnerà l’intero spettacolo, ricreando suggestive atmosfere, è tratta dalla suite sinfonica ispirata a Le Mille e una notte scritta dal compositore russo Nikolaj Rimskij-Korsakov nel 1888, dal titolo Shahrzad. A questi brani si aggiunge la danza araba tratta dalla suite “Lo schiaccianoci” di Tschaikovskji. I brani saranno interamente eseguiti dai ragazzi, trascritti ed elaborati per un organico strumentale composto da flauti, percussioni, pianoforte e fisarmonica.

Lo spettacolo vedrà come protagonisti i ragazzi della classe Terza E: Daniele Bettuzzi, Giuseppina Botta, Eleonora Campioli, Davide Cavallo, Giorgia Conte, Giuseppe Corniola, Diana Consiglia, Monir El Hadari, Riccardo Ganassi, Thomas Gattone, Elisa Ghisellini, George Kere, Sharon Lauria, Aurora Maceri, Mattia Mantovani, Davide Mattioli, Valeria Mattioli, Rebecca Miccoli, Cipriano Oneta, Anita Prodi, Denise Sidoli, Saverio Tancredi, Cristian Vecchi, Mohammed Yatim e Shishi Zheng.

Per gli insegnanti: «La scelta di portare in scena quest’opera è stata determinata dal fatto che essa rappresenta un significativo esempio di prodotto interculturale e per questo in grado di sensibilizzare ed educare i ragazzi al valore dell’intercultura. Come è stato messo in luce da anni di ricerche storiche e filologiche, l’autore o gli autori, comunque anonimi, hanno attinto a temi e racconti popolari provenienti da almeno quattro aree ben distinte e lontane tra loro: dall’India, per quanto riguarda la struttura narrativa di fondo, dall’ Iran, per quanto riguarda la materia narrativa e moltissimi nomi dei protagonisti dei singoli racconti, dall’Iraq e dall’Egitto per l’enorme quantità di motivi e di personaggi popolari che hanno fornito. Il carattere interculturale dell’opera è riconducibile anche ai diversi tempi in cui tali apporti si sono verificati: al tempo più antico e indeterminato, dominato dagli influssi indo-iranici e a quello più recente dominato dall’influsso egiziano. Da questa doppia caratteristica interculturale ne discende un’altra: pur potendo far risalire molti comportamenti dei protagonisti e dei personaggi a una comune visione del mondo incentrata sull’islam, risalta l’assenza di precisione circa la geografia dei luoghi e il momento storico delle vicende narrate. Tutti questi aspetti impediscono di considerare Le mille e una notte un prodotto di una cultura particolare e di una letteratura nazionale; di conseguenza ciò consente ai lettori di tutto il mondo di immergersi nelle vicende narrate, perché esse potrebbero capitare a ognuno di loro.

C’è infine un motivo particolarmente forte in base al quale scatta un interesse interculturale: gli strati più colti della cultura di lingua araba hanno cominciato ad apprezzare quest’opera non solo come prodotto della cultura popolare, ma anche come vero e proprio capolavoro letterario a partire dall’enorme successo di pubblico e di critica riscosso dall’opera nei paesi occidentali, a seguito della presentazione che Antoine Galland, famoso orientalista francese, fece al Re Sole. Tutti questi aspetti si fondono in un’unità organica e lo rendono un capolavoro universale dell’umanità, in grado di superare ogni barriera e confine».