Tre giorni per fare il punto sulla cultura in Romagna e presentare la candidatura di Ravenna e del territorio a “Capitale europea della Cultura”, unica della regione: è “Agorà 2019”, iniziativa senza precedenti che riunirà nella patria dei mosaici – dal 19 al 21 aprile – decine di amministratori pubblici e privati cittadini, operatori, artisti e gruppi, docenti ed esperti per discutere e programmare.
Per la prima volta la Romagna si unisce per condividere politiche e progetti culturali in un vero e proprio “laboratorio”, allestito non a caso nell’ex-opificio “Artificerie Almagià”, che si affaccia sulla vecchia Darsena di città. Zona a sua volta simbolica, perché al centro di un epocale piano di recupero urbanistico-sociale, parte integrante del progetto di candidatura.
L’iniziativa è stata presentata oggi a Bologna, nella sede della Regione Emilia-Romagna, presenti tra gli altri l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci e Alberto Cassani, coordinatore di Ravenna 2019.
«Agorà – spiega Alberto Cassani, coordinatore di Ravenna 2019 – è naturale conseguenza dell’approccio partecipato che ci ha guidato da subito: il nostro lavoro si nutre infatti della condivisione e dello scambio, strumenti fertili alla contaminazione e al bricolage esperienziale. Da qui il rimando alla funzione sociale e dialettica della piazza nell’antica Grecia, che ben si presta all’obiettivo di rendere i cittadini i veri protagonisti della candidatura».
“Riteniamo di aver fatto tutti insieme un buon lavoro – ha commentato il sindaco Matteucci – e siamo sempre più convinti e soddisfatti della scelta di impegnare il sistema romagnolo. C’è dunque già un valore nel percorso sinora compiuto ma, sia chiaro, il nostro obiettivo è quello di passare la preselezione e dunque centrare il bersaglio grosso”.
“La Regione – ha aggiunto l’assessore Mezzetti – è sempre più convinta del sostegno a una candidatura che ha seguito la strada giusta: non catapultare dei progetti estranei su un territorio ma far nascere dal territorio stesso i progetti. E quando tutti i cittadini delle aree coinvolte sanno, a distanza così ampia dall’evento, di cosa si parla, significa che si è sviluppato un importante senso di appartenenza e di coesione con il coinvolgimento della comunità”.
Il programma di “Agorà 2019”
Il primo giorno – venerdì 19, intitolato “Gli stati generali della cultura” – l’agenda dei lavori prevede un’introduzione di Roberto Grandi, dell’Università di Bologna, sul tema “Cultura, sviluppo, territorio”, seguita da una tavola rotonda fra assessori alla cultura degli enti che sostengono il Comune di Ravenna in vista del 2019: Provincia di Ravenna, Comuni di Forlì, Cesena, Faenza, Rimini e Unione dei Comuni della Bassa Romagna. Con loro, significativamente, anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Giancarlo Muzzarelli, per i risvolti economici della cultura, in generale e nello specifico. A fare gli onori di casa Ouidad Bakkali, assessore alla Cultura del Comune di Ravenna; modera l’attore Marco Cavalcoli.
Il pomeriggio del 19 sarà invece dedicato a “Percorso, metodi e strumenti” della candidatura di Ravenna e delle città romagnole: relazioni di Nadia Carboni, project manager di Ravenna2019, e presentazione delle idee progettuali della Romagna (eccetto Ravenna) da parte dei Comitati artistico-organizzativi di Forlì, Cesena, Rimini, Faenza e Comuni della Bassa. A seguire, dibattito aperto agli operatori e alle realtà culturali del territorio.
La seconda giornata di “Agorà 2019”, sabato 20 aprile, si intitola invece “La parola ai cittadini”: l’intera sala dell’Almagià, moderna “piazza” coperta e attrezzata, si trasformerà in uno spazio ideativo partecipato, seguendo i criteri dell’open space technology, con micro-aree di discussione create da separè per favorire il dialogo e l’incontro; parteciperà Marianella Sclavi, del Politecnico di Milano.
La terza e conclusiva giornata, domenica 21 aprile, è la volta dei gruppi di lavoro ravennati: “La parola ai working groups”, così è stata intitolata, sarà aperta dai saluti di Sergio Zavoli, presidente del Comitato promotore e Massimo Mezzetti, assessore regionale alla Cultura; poi i coordinatori dei 15 gruppi presenteranno le idee progettuali della città di Ravenna. Coordina Lorenzo Donati, del Comitato artistico-organizzativo di Ravenna2019.
“Capitale Europea della Cultura”
E’ un’iniziativa della Commissione europea risalente al 1985, per «valorizzare la ricchezza e la diversità delle culture europee, celebrare i legami culturali che collegano l’Europa e promuovere un sentimento di cittadinanza europea».
Per un anno, la città che si fregia del titolo di “capitale” deve sviluppare un programma inedito di iniziative culturali, e realizzare (o comunque avviare) progetti che poi resteranno per sempre, ossia che vadano oltre il periodo del titolo: per esempio restauro del patrimonio artistico e architettonico, recupero di zone urbanistiche (a Ravenna l’ex-Darsena), inaugurazione di nuove strutture culturali ecc.
La Commissione europea contribuisce con un premio di 1,5 milioni d’euro: dunque un sostegno poco più che simbolico, perché i fondi vanno trovati in loco.
Il bando per la partecipazione scade il 20 settembre 2013. La scelta sarà affidata a un Comitato internazionale (7 membri nominati dalle istituzioni europee, 6 dal governo del Paese interessato) che inizierà il proprio lavoro presumibilmente entro fine 2013, per poi comunicare la propria decisione nel 2015.
Al momento sono circa 20 le città italiane che hanno manifestato – con varia intensità e diverso grado di “preparazione” – la volontà di partecipare al bando: sono in gran parte nel Centro-Sud, e Ravenna è l’unica in Emilia-Romagna (Aosta, Bergamo, Mantova, Urbino, Siena, Perugia/Assisi, L’Aquila, Matera, Caserta, Amalfi, Catanzaro, Bari, Brindisi, Lecce, Palermo, Siracusa e Carbonia).
Info: www.ravenna2019.eu