Si è articolato intorno all’opera mozartiana «Il flauto magico», il percorso didattico della Mikrokosmos Orchestra dell’Istituto comprensivo di Casalgrande, che sarà rappresentato il 16 maggio 2013 alle ore 20,45 al Teatro Fabrizio De André di Casalgrande. Ne è nato uno spettacolo dove, alla musica e all’animazione di burattini, si intreccerà la narrazione della storia raccontata dal testo in ottonari dello scrittore Saverio Maccagnani recitato dalla professoressa Fabiola Ganassi. I burattini sono stati costruiti dal burattinaio di Guastalla Dimmo Menozzi (“Marion”) e da lui messi a disposizione. La direzione musicale è stata curata dalla professoressa Irene Bonfrisco.
Per Bonfrisco: «Il progetto, ispirandosi ai principi pedagogici, culturali, educativi, sociali del Sistema delle Orchestre Venezuelane e della pedagogia comunitaria a favore degli alunni con diritti speciali coinvolge gli alunni della scuola primaria e gli studenti della scuola secondaria, ponendo particolare attenzione alle situazioni di rischio di emarginazione sociale. Il progetto è nato dalla sinergia progettuale delle tre più importanti agenzie educative e culturali del territorio: l’Istituto Comprensivo, il Comune e il Teatro. La finalità del progetto è la realizzazione di un orchestra. Le attività sono iniziate lo scorso anno con un ensemble di archi e l’aggiunta di alcuni fiati e delle percussioni. Quest’anno l’organico si è ampliato, ad oggi, l’orchestra risulta essere formata da 9 violini primi, 10 violini secondi, 6 viole, 5 violoncelli, 8 flauti, 4 clarinetti e 5 percussioni. Il progetto si struttura in orario pomeridiano, attraverso il laboratorio orchestrale e la lezione collettiva di strumento.
Per i musicisti la parola Mikrokosmos rimanda immediatamente all’opera didattica rivolta ai bambini e scritta per la prima formazione strumentale dal compositore ungherese Béla Bartók. Ma la parola ha anche il significato letterale di microcosmo. Per questo gruppo di bambini e di ragazzi la scelta di riunirsi per suonare insieme fuori dall’orario scolastico e condividere un’esperienza musicale e di relazione “significa – per usare le parole di Abreu – entrare in una comunità”. Quindi, con questa intitolazione –conclude la docente- si vuole pensare alla nostra orchestra come a una piccola comunità che impara a crescere con la musica e che, nel tempo, si rende capace di riflettere i valori che ha acquisito in una dimensione sempre più ampia: la scuola nel suo complesso, la società».