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Reggio Hogs 2013: si riparte da Rossi head coach

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Hogs-Rossi-head-coachParte la stagione senior degli Hogs che si presentano ai nastri di partenza con grandi novità, a cominciare dal ruolo di head coach, che quest’anno, è stato affidato a coach Daniele Rossi, già allenatore delle giovanili reggiane e difensive coordinator della prima squadra (ruolo che ha comunque mantenuto) e coach della nazionale italiana.

Coach Rossi ci racconti della grande esperienza oltre oceano (nel gennaio 2012 è stato selezionato come assistente allenatore nella squadra del “resto del mondo” che ha battuto gli Stati Uniti nel gennaio 2012ndr)

-E’ stata un’esperienza straordinaria. Si vive e si respira football 24 ore al giorno. La giornata tipo? -Si parte alla mattina: colazione con riunione tecnica tra i coach, allenamento filmato, poi pranzo e, mentre i ragazzi si riposano, si fa lo scout dell’allenamento della mattina con i filmati già a diposizione e, al pomeriggio, ancora allenamento. Un approccio da veri professionisti. Crede che ci arriveremo anche in Italia un giorno? Quasi impossibile, forse tra molto tempo.

Torniamo a noi e, soprattutto, a lei. Finalmente head coach. Sensazioni? -Il ruolo di Head coach è un lavoro estremamente differente da quello di “difensive coordinator”, occorre tenere d’occhio molte più cose, sia in attacco che in difesa. I giocatori se hanno dubbi chiedono a te e, soprattutto, occorre impiegare molto tempo ed energie per questioni non “squisitamente” tecniche, come tenere motivata e coinvolta la squadra ed a me, da questo punto di vista, manca un po’ di carisma. Beh, all’esordio come head coach dell’under 21 non è andata malissimo… (gli Hogs hanno vinto il campionato ndr) -(ride) Eh già, l’anno scorso è stato davvero un grande anno . Head coach nuovo, coaching staff nuovo, nuovo sistema di gioco. Era davvero necessario abbandonare la Wing T (il sistema di gioco precedente ndr) che tanti successi ha portato in casa Hogs? -Se si guardano le statistiche, ci si accorge di come, anno dopo anno, le yard per corsa siano diminuite progressivamente. Questo perché le altre squadre hanno cominciato a “mangiare la foglia” e a non cadere più sulle nostre finte. Perseverare in questa direzione, avrebbe voluto dire, proporre agli avversari qualcosa di già visto e per il quale avevano già studiato delle contromisure, quindi il cambiamento è stato, in un certo senso, obbligato. Uno dei segreti degli Hogs è sempre stato quello di giocare con lo stesso sistema sia nelle giovanili, che nella prima squadra, così da permettere ai giovanissimi di essere inseriti più facilmente. Perché non si è implementata la “spread offense” (il nuovo sistema di gioco degli Hogs) già a livello giovanile? -Ancora non sapevamo sarebbe stato l’”offensive coordinator”; avevamo chiesto a David Morgan (ex giocatore degli Hogs e degli Elephants Catania ndr),che gioca una evoluzione della Wing T . Dopo che lui non ha accettato, abbiamo deciso di cambiare radicalmente. Uno dei nostri problemi, l’anno passato, era che il gioco di passaggio veniva utilizzato solo in situazioni di “terzo e lungo”(situazione per l’attacco di grande difficoltà per l’attacco ndr) e quindi la difesa avversaria era già “preparata”; con questo nuovo sistema di gioco cercheremo di rendere il nostro gioco più vario e più imprevedibile. Nuove regole: solo due americani in campo (anziché tre come l’anno passato) e nessun americano nei kick off. Gli Hogs, vista la sfortuna degli anni scorsi, non piangono, sbaglio? Con la sfortuna che abbiamo avuto l’anno passato, in cui è stato persino difficile schierarne due, per noi non è che cambi tanto. Per quel che riguarda i Kick off molto dipende dai blocchi, comunque abbiamo gente come Callegati e Maestri, che hanno fatto molto bene a livello giovanile e faranno molto bene anche quest’anno. Ultima domanda sugli obbiettivi stagionali. Se dico “playoff”? Questo è davvero l’anno zero per gli Hogs, abbiamo davvero cambiato tutto e quindi occorre avere pazienza. Ai playoff, certo, ci pensiamo, ma ripeto occorre avere pazienza, visto quanto abbiamo cambiato, ed anche un po’ di fortuna che non guasta mai. Ora come ora siamo un po’ “corti” in certi ruoli . Vediamo cosa succederà.

 

foto Pellegrini: coach Rossi