Rispetto al tema della riorganizzazione delle Province, sulla quale dovrà esprimersi a breve la Conferenza Autonomie Locali, «Modena non ha alcuna preclusione ed è pronta a confrontarsi su tutte le ipotesi in campo. Qualcuna ci convince di più, qualcuna di meno, ma l’importante è trovare una soluzione coerente rispetto alle funzioni che il nuovo ente dovrà svolgere e al progetto complessivo di riorganizzazione dello Stato». L’ha affermato il presidente Emilio Sabattini a conclusione dell’incontro con i sindaci modenesi sul tema della riforma, che si è svolto martedì 11 settembre nella sede della Provincia di Modena.
Nei giorni scorsi il presidente aveva incontrato anche le forze economiche e sociali per ascoltare il loro parere rispetto al nuovo dimensionamento della Provincia. «La loro opinione – ha spiegato Sabattini – è nettamente a sfavore di una Provincia che vada da Piacenza a Modena, mentre sono decisamente favorevoli ad aggregazioni di dimensioni più contenute».
«Delle tre ipotesi in campo – ha spiegato Sabattini – la prima è quella che vede Modena insieme a Reggio Emilia e Ferrara, la Provincia Cispadana: una soluzione che guarda al futuro ed è coerente con gli investimenti strategici che la Regione ha programmato. La realizzazione dell’autostrada regionale Cispadana, infatti, avvicinerà ulteriormente questi territori, li farà dialogare. Inoltre ricordo che Modena e Reggio Emilia sono socie del soggetto che realizzerà quella infrastruttura».
La seconda ipotesi è quella dell’aggregazione tra Modena e Reggio Emilia, «un’unione che in molti campi esiste già e nei fatti ha anticipato la politica. Basti pensare all’economia, all’istruzione, all’università».
C’è poi una terza ipotesi, avanzata da Reggio, che è quella di creare una Provincia Emilia comprendente Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena. «E’ quella a noi più distante, quella che crea maggiori problemi – ha commentato Sabattini – perché non bisogna dimenticare che sul dimensionamento delle nuove Province verrà poi ridisegnato anche il nuovo assetto dello Stato. Ed è difficile immaginare che avere su un territorio così ampio una rappresentanza unica di funzioni fondamentali quali ad esempio Prefetture, questure o Camere di commercio possa rispondere a un’esigenza di maggior efficienza. Nonostante questo, non siamo per un “no” aprioristico e siamo disponibili a discuterne. Tuttavia – ha aggiunto il presidente –riteniamo non consone alle istituzioni le modalità attraverso le quali si punta a sostenere questa proposta. Noi siamo aperti al confronto, e vorremmo che da parte di tutti ci fosse analoga disponibilità».
Sabattini, condividendo le preoccupazioni dei sindaci rispetto all’esigenza che il nuovo dimensionamento delle Province preveda ambiti territoriali adeguati alle funzioni che dovranno svolgere, ha sottolineato come «ogni ipotesi di riassetto debba essere necessariamente collegata in modo stretto al riordino delle funzioni da parte delle Regioni relativamente alla valorizzazione dei Comuni e delle Unioni».