Ha 30 anni ed ha imparato cosa sia il carcere. I suoi occhi hanno visto il delirio della tortura. Le sue orecchie ne hanno ascoltato le grida. Non è finita in cella per aver rubato, ferito o ucciso qualcuno. Ma perché ha parlato di come va la vita nel suo Paese. E di come non si possa raccontarla, né all’esterno né all’interno dei suoi confini. Vive in Europa adesso, Hanadi Zahlout, e sabato a Riccione riceverà un riconoscimento da UniCredit, nell’ambito delle iniziative del Premio Ilaria Alpi, che vede il Gruppo bancario main sponsor dell’iniziativa.
Hanadi Zahlout parlerà della sua storia a Tiziana Ferrario che la intervisterà, in un incontro aperto al pubblico, in programma al Palazzo del Turismo di Riccione, alle 17, organizzato dell’ambito di un “Focus sulla Siria”, per fare il punto sulla drammatica situazione in atto e per ricordare il giornalista televisivo francese Gilles Jacquier, premiato nel corso dell’edizione 2011 del premio Ilaria Alpi, e ucciso a Homs, in Siria, l’11 gennaio, in circostanze ancora poco chiare.
La giornalista siriana sarà premiata da UniCredit che, per il terzo anno consecutivo, sostiene la grande manifestazione dedicata all’informazione e si fa promotore – in accordo con la direzione del Premio e l’Associazione Ilaria Alpi – di due riconoscimenti speciali che ha deciso di assegnare alle giornaliste siriane Hanadi Zahlout e Yara Baden, co-direttrice del Centro siriano per i media e la libertà di espressione (Scm). Quest’ultima per motivi di sicurezza non può muoversi dalla Siria.