È giunta ufficialmente a conclusione venerdì 24 agosto, la XXIX campagna di scavi archeologici presso il sito della Terramara S.Rosa di Fodico di Poviglio. Una campagna contraddistinta, anche in quest’edizione, da risultati molto soddisfacenti, raggiunti dal gruppo di archeologi guidato come di consuetudine dal Professor Mauro Cremaschi dell’Università degli Studi di Milano insieme alla Dottoressa Maria Bernabò Brea della Soprintendenza Archeologica.
Obiettivo degli scavi appena conclusi, quello di esplorare il fossato che separa nella Terramara il villaggio Piccolo dal Villaggio Grande, non noto fino ad oggi e che si sospettava potesse scendere a quote assai profonde.
“Il risultato ottenuto ha superato ampiamente le attese della vigilia” spiega il Professor Mauro Cremaschi, “mettendo in luce una situazione inedita, finora non documentata nel mondo terramaricolo. Il primo esito di questi scavi è che è cambiata l’immagine che c’eravamo fatti della terramara, specie nell’area del Villaggio Piccolo: non un semplice villaggio posto a livello dei campi, ma un fortilizio, rilevato rispetto alla campagna circostante e solidamente difeso, sia dalla sua posizione eminente, sia da una palizzata lignea prima e da un massiccio terrapieno poi. Tale circostanza è coerente con il quadro di tensioni e conflittualità nella società terramaricola che sta emergendo dalle recenti ricerche e giustificherebbe il massiccio investimento di lavoro erogato per sviluppare le strutture difensive dei villaggi”.
Gli scavi, sostenuti e promossi da una serie di enti pubblici e privati (Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza Archeologica dell’Emilia Romagna, Università degli Studi di Milano, Comune di Poviglio – Assessorato alla Cultura e Coopsette), anche quest’anno sono stati oggetto di un’interessante attività collaterale di visite guidate, ampiamente partecipate sia dai cittadini del territorio sia da un folto gruppo di appassionati che, ad ogni campagna, aumentano di numero. Due visite guidate per adulti e una serie di attività per i più piccoli hanno infatti fatto da cornice all’attività degli archeologici, che quest’anno hanno avuto come loro quartier generale e base logistica la Cascina Santa Rosa.
Un’esperienza importante, che ha quasi raggiunto i trent’anni di attività (gli scavi sono iniziati nel 1984), e che, nonostante il difficile periodo per la finanza pubblica, ha potuto essere consolidata grazie allo sforzo congiunto di istituzioni e sponsor privati, da sempre punto di forza del progetto Santa Rosa.
“Santa Rosa, di anno in anno, consente di arricchire il patrimonio di conoscenze sul mondo terramaricolo. Questo sito archeologico si colloca a pieno titolo tra le eccellenze reggiane. Il progetto di valorizzazione che si fonda su una partnership tra istituzioni pubbliche e soggetti privati ne fa inoltre un modello sul piano della promozione culturale” dichiara Filippo Ferrari, Assessore alla Cultura del Comune di Poviglio.