Nella stagione estiva 2011, in soli quattro mesi, secondo i dati di ARPA Emilia Romagna, sugli 11 sfioratori cittadini si sono totalizzati ben 121 giorni di chiusura cumulativi. Anche nel 2012, la situazione non è cambiata. Tredici le aperture degli scarichi tra aprile e maggio. Resta alta l’attenzione a Rimini sul problema della rete fognaria, la città, rinomata in Italia ed in Europa per la sua forte valenza turistica, continua ad essere soggetta a gravi criticità che si ripropongono puntualmente in caso di pioggia intensa, quando i reflui non trattati vengono scaricati in mare comportando l’interdizione alla balneazione in corrispondenza degli 11 sfioratori di piena presenti sulla costa riminese. Un’abitudine, che si ripete da più di un ventennio e che l’anno scorso la Procura di Rimini ha affrontato aprendo un’inchiesta contro ignoti con l’accusa di epidemia colposa per la diffusione in mare di germi patogeni, lesioni e trasporto di oggetti pericolosi. L’annosa questione degli sversamenti a mare non coinvolge solo gli evidenti aspetti ambientali e quelli legati alla salute pubblica ma anche quelli legati al turismo e all’economia. Ci si chiede quando si vedrà la definitiva risoluzione del problema.
E’ questo l’interrogativo lanciato dalla Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente da ventisette anni in prima fila per la tutela del mare e delle coste italiane, che oggi, nel primo giorno di tappa in Emilia Romagna punta i riflettori sulle problematiche della rete fognaria e della gestione dei reflui a Rimini, dispiegando uno striscione “Basta scarichi” e chiedendo a gran voce un tempestivo e concreto cambio di approccio al problema.
“E’ scandaloso che una città come Rimini che ha sempre investito nel turismo balneare e che è stata tra le prime in Italia a dotarsi di un depuratore, abbia ancora questo tipo di problemi nella gestione dei reflui – dichiara Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde di Legambiente -. Sebbene nell’ultimo anno qualcosa pare si stia muovendo, ribadiamo quanto sia necessario e urgente superare l’immobilismo politico della classe politica che ha caratterizzato gli ultimi venti anni. Considerando anche quanto sta accadendo negli ultimi anni con il susseguirsi di eventi climatici estremi tra cui precipitazioni sempre più abbondanti e concentrate in un lasso di tempo molte breve, tale problema non potrà che acutizzarsi. Per questo -, continua Eroe -, emerge in maniera ancora più importante l’urgenza di destinare investimenti e risorse per efficientare le infrastrutture fognarie ed idrauliche ed evitare di mettere a repentaglio l’economia locale, principalmente basata sul turismo e di conseguenza tanti posti di lavoro che da esso dipendono. Infine – conclude Eroe -, per quanto la nuova ordinanza comunale fissi giustamente un raggio d’interdizione raddoppiato, da 150 a 300 metri nord-sud, ci sembra bizzarro che invece l’arco temporale del divieto sia stato dimezzato da 48 a 24 ore”.
Allo stato attuale, dunque non si può certo dire che manchino gli strumenti per raggiungere gli obiettivi prefissati, ma quello che si fa ancora attendere è piuttosto l’attuazione concreta mossa da una precisa volontà politica di raggiungerli. Negli ultimi anni, sono stati infatti prodotti molti documenti, atti, studi e progetti. Tra questi, in primis il Piano Generale del Sistema Fognario, approvato nel 2006 e molti altri atti che ne sono seguiti cui tra cui nel 2010, l’Atto di Indirizzo del Consiglio Comunale che prevede la separazione totale della rete fognaria (ad eccezione del Centro Storico) e l’individuazione delle infrastrutture idrauliche necessarie.
“Non ci si può più nascondere dietro l’alibi che non vi siano soluzioni tecniche per fronteggiare l’annosa vicenda degli sversamenti a Rimini. la lista degli interventi auspicati e necessari è lunga – dichiara Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia Romagna -. Si parte dalla separazione delle reti, alla realizzazione delle infrastrutture idrauliche connesse, alla sistemazione dell’asta dell’Ausa che senz’altro è uno degli scarichi fonte di maggiori criticità, per poi arrivare alla depurazione e al riutilizzo delle acque reflue così come previsto dalla normativa. Ci sono ancora molte questioni aperte su questo fronte – continua Frattini -, che devono essere risolte quanto prima, nel rispetto dell’ecosistema marino, della salute dei bagnanti e delle comunità che vivono grazie al turismo e alla bellezza del mare. Pur essendo consapevoli di quanto l’attuale crisi economica non sia d’aiuto nel reperire le risorse necessarie è altrettanto vero che il “problema Fogne” per la città di Rimini deve avere priorità assoluta e i pochi finanziamenti disponibili devono essere indirizzati in tal senso, senza ulteriori rimandi. Sarebbe auspicabile, ad es., intercettare i fondi già ottenuti per il TRC (Trasporto Rapido Costiero) viste le problematiche e le perplessità legate all’utilità e funzionalità di tale opera così come concepita. Rivolgiamo dunque-, conclude Frattini -, una precisa richiesta all’Amministrazione affinché vengano rispettati gli impegni presi e le relative tempistiche. Goletta Verde salpa da Rimini e chiede già un appuntamento al Sindaco al prossimo anno”.