Quasi trent’anni fa la marcia d’avvicinamento della Nazionale italiana di calcio alla Coppa del Mondo di Spagna ’82 fu a dir poco zoppicante. Tre amichevoli (0-2 con la Francia, 0-1 con la Germania Est e 1-1 con la Svizzera) non furono di buon auspicio e l’inizio della competizione (altri tre pareggi (Polonia, Perù e Camerun) causarono una sollevazione popolare e mediatica, con tanti che chiedevano la testa del CT Enzo Bearzot. La storia racconta un finale diverso, con una cavalcata di quattro vittorie consecutive (Argentina, Brasile, Polonia e Germania Ovest) che portò gli Azzurri alla conquista del terzo titolo iridato, il primo dopo un’attesa di quarantaquattro anni.
Questo prologo calcistico serve a spiegare il parallelo che Stefano Domenicali ha usato per definire il precampionato della Scuderia Ferrari in occasione di una chiacchierata con alcuni media italiani svoltasi ieri a Milano, dove si era appena conclusa la riunione del Consiglio Mondiale della FIA.
“A chi mi chiede se oggi firmerei per un terzo posto a Melbourne rispondo che io non firmo nulla. Magari succede come nel 1982, quando al Mundial l’Italia partì male e poi, alla fine, vinse: quando conta” – ha detto Domenicali – “E quanto al silenzio stampa (una scelta allora adottata dall’Italia, n.d.r.), voglio ribadire che non c’è nessuna scelta del genere. A Barcellona avevamo deciso che parlasse soltanto il responsabile tecnico, Pat Fry, e poi Fernando ha detto due parole allo stadio, un posto di passione per eccellenza. Tutto qui.”
Domenicali non ha nascosto di non essere contento di come sono andate le prove ma non vuole sentir parlare di panico e di pessimismo da parte Ferrari: “Nulla di tutto questo ma soltanto consapevolezza di noi stessi. Abbiamo comunicato in modo realistico i problemi che avevamo perché la trasparenza fa parte del mio modo di essere. La mancanza di soddisfazione nasce dal fatto che non sono stati centrati i nostri obiettivi tecnici: è quindi tutta riferita a noi stessi. Dove siamo rispetto agli altri non lo sappiamo con certezza e la nostra insoddisfazione potrebbe anche rivelarsi eccessiva. Detto questo, un quadro più consolidato delle gerarchie in pista lo avremo dopo le prime quattro gare.”
Sulle ragioni tecniche dell’insoddisfazione Domenicali è stato molto esplicito: “Avevo chiesto ai nostri tecnici una macchina estrema perché, diversamente, non saremmo stati in grado di recuperare il gap rispetto ai migliori. La prima configurazione degli scarichi ha fatto vedere un buon potenziale ma ci ha dato problemi: le gomme si surriscaldavano e la prestazione non era stabile. Quindi abbiamo dovuto cambiare, anche se non mi ha fatto certo piacere farlo. Lavoriamo ancora sulla soluzione originaria ma non potremo provarla fino ai test del Mugello di inizio maggio perché crediamo che possa dare un bel vantaggio di prestazione.”
Il Team Principal della Scuderia ha poi allargato l’orizzonte, parlando dell’evoluzione che sta caratterizzando la squadra. “Nello sport esistono i cicli. La McLaren negli ultimi tredici anni ha vinto solo un titolo Costruttori e uno Piloti, la Renault ha avuto due stagioni fantastiche e poi più nulla, la Brawn ha vissuto una sola este, la Mercedes in due anni ha ottenuto soltanto due podi e da tre anni c’è il ciclo della Red Bull” – ha detto – “Noi nel 2010 siamo partiti con un ciclo tecnico nuovo: passi importanti sono stati fatti a livello di organizzazione e di metodologia di lavoro, penso soprattutto alle aree della simulazione e delle strategie. L’aerodinamica non è ancora al livello adeguato: non è facile trovare le persone giuste ma questo deve essere uno stimolo per chi lavora da noi. Ve lo dico io che ho vissuto in prima persona l’era Schumacher e mi ricordo quanto abbiamo sofferto prima di arrivarci: la Ferrari tornerà ad essere protagonista di un altro ciclo vincente. Le basi ci sono.”
“Quest’anno la Red Bull parte ancora davanti” – ha proseguito Domenicali parlando degli avversari –“La McLaren è in forma, la Mercedes ha fatto un passo avanti e la Lotus va forte ma anche l’anno scorso partì bene. Ho visto bene anche Toro Rosso e Force India, soprattutto sul giro secco. In tanti faranno degli sgambetti all’inizio poi la situazione si normalizzerà ma mi aspetto che tutti siano più vicini l’uno all’altro rispetto al 2011.”
Domenicali non ha evitato di rispondere a chi gli chiedeva se sentisse la sua posizione in discussione: “Mi sento sempre in discussione ma nei confronti della mia famiglia con cui non riesco a stare mai. La pressione ce l’ho sulle spalle, com’è giusto che sia. Non sono io a disegnare la macchina: il mio compito è dare ai miei uomini tutto ciò di cui hanno bisogno in termini di organizzazione e struttura. Detto questo, so benissimo quali siano le mie responsabilità. C’è pressione ma sento il supporto di tutta la squadra e del Presidente Montezemolo.”
Infine, Domenicali ha toccato due argomenti più prettamente politici, l’RRA e il Patto della Concordia in scadenza a fine anno. “Gli accordi sulla riduzione dei costi sono ancora validi e stiamo valutando se possa spettare alla FIA farli rispettare, introducendo sanzioni di carattere sportivo. Perché l’anno scorso non abbiamo chiesto di fare le verifiche che pure erano previste nell’accordo? Perché non volevo che suonassero come una scusa per la nostra prestazione, molto semplice. Quanto al Patto della Concordia posso soltanto dire che stiamo andando avanti: magari, dopo quello che è accaduto all’omonimo transatlantico all’Isola del Giglio, potremmo non chiamarlo più così” – ha concluso con un sorriso Domenicali.
Dopo i test, le analisi e le previsioni ora la parola spetta al cronometro: il primo verdetto è atteso nell’aula dell’Albert Park sabato prossimo.