Il Consigliere Riccardo Amici ha presentato a nome dei gruppi Italia dei Valori, Partito Democratico e Gruppo Misto, un ordine del giorno sul gioco d’azzardo all’attenzione del Consiglio Comunale di Fiorano Modenese.
Il documento approvato impegna la Giunta Comunale a valorizzare ed incrementare le azioni della polizia amministrativa locale volte a prevenire e contrastare l’esercizio e l’insediamento nel territorio comunale del fenomeno criminoso del gioco d’azzardo e dei reati ad esso collegati, con l’obiettivo di realizzare un sistema integrato di sicurezza e promuovere l’ordinata e civile convivenza.
Al fine di perseguire tali finalità, il Consiglio Comunale chiede alla Giunta di promuovere la stipulazione di intese e accordi tra la polizia amministrativa locale e gli altri operatori pubblici che cooperano allo sviluppo e all’attuazione di politiche per la sicurezza nel territorio comunale; a promuovere la formazione specialistica degli operatori di polizia locale, anche in maniera sinergica con gli altri operatori pubblici, anche avvalendosi della fondazione “Scuola interregionale di Polizia locale; a stipulare intese ed accordi con gli altri enti pubblici al fine di elaborare strategie comuni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni criminogeni in esame; a promuovere ed attuare interventi di assistenza socio-sanitaria a favore dei soggetti colpiti dalla sindrome di “gioco d’azzardo patologico”, anche valorizzando l’attività delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale operanti nel settore”.
Tale risoluzione deriva da premesse che ne sottolineano l’attualità e l’urgenza.
La pratica del gioco d’azzardo nelle sue diverse forme e tipologie realizza una movimentazione di capitali tale da collocare (indicativamente) la “industria del gioco d’azzardo” alla quinta posizione in Italia dopo Fiat, Telecom, Enel e Ifim per introiti economici.
In particolare, se si analizza la spesa pro-capite, l’Italia ha il primato mondiale con oltre 500 euro a persona investiti in tali attività ludiche;
Il gioco d’azzardo, in Italia, coinvolge maggiormente le fasce più deboli della popolazione. Secondo i dati Eurispes, i maggiori investitori sono coloro che hanno un reddito inferiore: giocano il 47% degli indigenti, il 56% degli appartenenti al ceto medio-basso, il 66% dei disoccupati; in Regioni quali Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo, le famiglie investono nel gioco d’azzardo il 6,5% del proprio reddito; secondo uno studio del Sole 24 Ore datato marzo 2011, sono tre le realtà particolarmente allarmanti nella nostra Regione: Rimini, al terzo posto in Italia per spesa pro-capite con 1490 euro, Reggio Emilia al nono posto con 1276 euro e infine Modena, al tredicesimo posto con 1224 euro;
Il gioco d’azzardo spesso assurge al rango di vera e propria patologia, rappresentando un disturbo del comportamento che, secondo gli studiosi, ha una grande attinenza con la tossicodipendenza, tanto da rientrare nell’area delle cosiddette “dipendenze senza sostanze”. Il giocatore patologico, infatti, mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d’azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche e trascurando i normali impegni della vita per dedicarsi al gioco; in Italia sono 700.000 gli individui vittime del cd. “gioco d’azzardo patologico”. In Emilia Romagna questa piaga sociale interessa la cifra record di 61.567 giocatori complessivi su un totale di 3,7 milioni di giocatori (dati rilevati dall’inchiesta dell’Associazione Bandiera Gialla di Bologna nel Dicembre 2010).