Italiani più longevi, in buona salute, con servizi sanitari di qualità: ma non è tutto rosa ed il pericolo si nasconde nelle differenze di assistenza fra regione e regione. E’ il Rapporto Osservasalute 2004, presentato oggi, a fare la foto della salute nazionale.
Con una tra le maggiori speranze di vita al mondo e la concreta prospettiva che si allunghi ancora ulteriormente la durata della vita media, gli Italiani delle Regioni godono di una buona salute. La vita media non solo si allunga, ma migliora: nel senso che è aumentata la speranza di trascorrere gli anni della quarta età in buone condizioni di salute, e comunque liberi da disabilità.
Permangono ancora delle differenze interregionali e un gradiente tra nord e sud del paese, ma l’intervento sugli stili di vita e la responsabilizzazione sui destini individuali dei cittadini, associati alla crescente qualità dei servizi sanitari, concorrono a delineare un quadro della salute delle regioni positivo.
Esiste, però, un’area di rischio purtroppo marcata e concreta, costituita dal fatto che ”le regioni si muovano verso politiche programmatorie non coerenti e profondamente scollegate tra loro”.
Lo studio è stato condotto dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane coordinato dal Walter Ricciardi, Direttore dell’Istituto di Igiene dell’Universita’ Cattolica di Roma.
Il confronto fra la situazione al 1991 e al 2001 segna un saldo delle nascite negativo, l’invecchiamento della struttura demografica della popolazione, con un aumento delle persone della fascia di età over 65 del 3,4% (in totale sono circa 10,7 milioni) e un aumento ancor più marcato dei cosiddetti grandi vecchi (di età superiore a 75 anni) pari all’8,4 della popolazione totale. Aumentano poi le persone che vivono da sole (+34,2%), e cresce il numero degli immigrati (+27,5% con un incidenza sulla popolazione italiana del 2.3%).