Il presidente di Api Modena, Giorgio Carretti, ha scritto ai rappresentanti del Governo e ai parlamentari modenesi in merito al maxiemendamento alla finanziaria 2005 che prevede il pagamento dell’imposta sugli immobili anche per gli impianti esterni alle imprese.
Un provvedimento – afferma l’Api – che, se confermato, ”potrebbe penalizzare le imprese, aggravando l’esborso dell’Ici e aumentando i contenziosi tra aziende e Pubblica amministrazione. Si tratta del comma 557 del maxiemendamento alla Finanziaria 2005 dedicato alla nozione di fabbricato”.
”Da una prima, attenta valutazione – scrive Carretti – crediamo che un’iniziativa del genere possa provocare pesanti ripercussioni economiche per le piccole e medie imprese; assimilare gli impianti e i macchinari agli immobili, infatti, determina un incremento significativo del valore imponibile e comporterà per le imprese un pesante aumento nell’esborso dell’Ici, con una conseguente e dannosa ripercussione sui bilanci. Le richieste delle aziende, e credo di poter parlare a nome delle oltre 700 piccole e medie imprese che Api rappresenta, andavano in tutt’altra direzione. Avevamo chiesto interventi e riduzioni sull’Irap e sulla stessa Ici, insieme ad un generale snellimento burocratico delle procedure amministrative. Il provvedimento contenuto nel maxi emendamento aggrava invece gli oneri a carico delle imprese e complica i rapporti con gli uffici della Pubblica amministrazione”.
”Assoggettare ad un’imposta come l’Ici – sottolinea il presidente dell’Associazione – beni strumentali dei quali non è ben chiara la rendita catastale, provocherà un considerevole aumento dei contenziosi tra imprese e uffici pubblici. Per questo chiediamo al Governo e alle autorità preposte di ritirare il provvedimento che, se così configurato e applicato, smentirebbe nei fatti le aspettative e le assicurazioni sulla riduzione fiscale e la semplificazione amministrativa”.