E’ uscito per Incontri Editrice, nella Collana Kufferle, ‘I racconti dei Fratelli Grimm’, volume che racchiude le traduzioni di alcune fiabe tratte dal celebre repertorio grimmiano che Antonio Gramsci realizzò durante la detenzione in carcere nei primi anni Trenta. Si tratta della prima pubblicazione autonoma di queste traduzioni, inizialmente escluse dall’edizione einaudiana dei Quaderni del carcere del 1975, quindi uscite in forma rimaneggiata al principio degli anni ’80 e finalmente ripristinate, nella loro forma originale, nell’edizione critica dei Quaderni, pubblicata dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana nel 2007, da cui sono tratti i testi del volume edito da Incontri.
«Ho tradotto dal tedesco, per esercizio, una serie di novelline popolari proprio come quelle che ci piacevano tanto quando eravamo bambini». Con queste parole Gramsci, rinchiuso nel carcere di Turi, descrive al principio del 1932 alla sorella Teresina il progetto a cui ha lavorato a partire dal 1929: la traduzione di ventiquattro racconti tratti dai Kinder- und Hausmärchen di Jacob e Wilhelm Grimm, celebre raccolta di novelle popolari e tra i testi fondanti della modernità occidentale. Quella che Gramsci compie sul repertorio grimmiano è una operazione al contempo filologica e di riscrittura: se da un lato infatti le sue versioni di Cenerentola, Cappuccetto rosso e di altre novelle ne conservano l’originale carattere onirico, magico e mitologico, dall’altro l’intervento di Gramsci – spesso orientato a una «laicizzazione» dei testi – introduce elementi inediti che fanno delle sue traduzioni non solo interessanti «esercizi» di un filologo attento e sensibile, ma gettano anche luce su un aspetto poco conosciuto dell’opera di uno dei più grandi intellettuali del XX secolo.
Il volume è introdotto da «Lo scudo di Gramsci», un approfondito saggio di Lucia Borghese, professore associato di Letteratura tedesca all’Università di Firenze, studiosa dell’età classicoromantica e tra i maggiori esperti di Gramsci traduttore. «La raccolta di Gramsci comprende ventitre testi e l’inizio di un ventiquattresimo», scrive Borghese. «La volontà di tradurli in linguaggio storico italiano dà luogo a un tentativo di contaminazione tra il racconto straordinario, di matrice romantica, e spunti novellistici da canzoniere italiano, con un innesto personale che in parte sovverte l’ordine dei testi grimmiani, in parte introduce altre modifiche strutturali. La traduzione dei Märchen grimmiani con cui Gramsci si proponeva di “rifarsi la mano” e “mettere ordine nei pensieri” documenta un dialogo intensissimo, da parte di chi negli anni universitari era stato studente di linguistica comparata a Torino, con gli strumenti elaborati dalla poesia tedesca nell’età classico-romantica. Muovendosi nella dimensione onirica e favolosa degli archetipi e delle incessanti metamorfosi delle figure, dove arte e natura sembrano separarsi e sempre inesplicabilmente ricongiungersi, Gramsci e i Grimm intessono con il loro corpo a corpo un indistricabile viluppo, rappresentato da un minuscolo arabesco».
Antonio Gramsci, I racconti dei Fratelli Grimm, Incontri Editrice, 2011, 184 pp., 12,00 euro. ISBN 978-88-96855-28-7.
Per informazioni: Incontri Editrice Via Indipendenza 30 – 41049 Sassuolo (Modena) www.incontrieditrice.com E-mail: incontrieditrice@email.it Tel. 0536 981390 – Fax 0536 988433