E’ una nuova stangata per gli automobilisti diesel. Colpa degli obblighi Ue che dal primo gennaio impongono la commercializzazione di un nuovo prodotto, a basso tenore di zolfo. Il vecchio gasolio sta andando infatti in pensione per lasciare il posto ad un carburante più pulito che, però, attualmente costa almeno 0,020-0,025 euro al litro in più. Con un impatto di un euro per ogni pieno di un auto di medio-grande grande cilindrata.
L’avvio della commercializzazione del nuovo diesel (il cui utilizzo non implica però nessuna necessità di rettifica per il parco a gasolio circolante), che è partita il primo dicembre scorso, sta così annullando – spiega il presidente dell’Unione Petrolifera, Pasquale de Vita – i benefici che sarebbero dovuti scattare sui prezzi al consumo del diesel grazie al ridimensionamento delle quotazioni petrolifere internazionali e le ultime performance del supereuro sul dollaro. Il gasolio invece di scendere sta infatti ‘salendo’, ricordano i petrolieri.
Il nuovo prodotto, sui mercati internazionali, è arrivato a costare nelle scorse settimane fino a 80 dollari in più a tonnellata rispetto al gasolio tradizionale. Attualmente il delta si è ridimensionato intorno ai 60 dollari ma il differenziale – rispetto al vecchio diesel – si aggira ancora sui 0,02-0,025 euro al litro.
Un aggravio destinato ”a ridimensionarsi con il tempo” ma che potrebbe permanere ”almeno fino a primavera”, spiegano gli esperti dell’Unione Petrolifera, sottolineando che con un change over si crea sempre qualche problema sul fronte della dispobilita’: la domanda resterà sostenuta rispetto all’offerta per i prossimi mesi, pesando sulle quotazioni internazionali (il Platt’s per l’Europa) e quindi, a cascata, sul prezzo industriale e su quello finale al consumo.
La piccola rivoluzione è prevista da una Direttiva Ue che impone, dal primo gennaio 2005, la completa eliminazione dei carburanti con contenuto di zolfo ancora elevato (350 parti per milione per il gasolio e 150 parti per milione per la benzina) che dovranno essere sostituiti da una nuova qualità contenente non più di 50 ppm (parti per milione): si tratta – ricorda l’unione Petrolifera nel pre-consuntivo 2004 – di una delle ”più significative tappe di un processo di miglioramento che ha avuto luogo dal 1990 ad oggi e che ha visto crollare il tenore di zolfo nel gasolio auto da 3.000 a 50 ppm e da 1.000 ppm a 50 nella benzina”.
Con i nuovi carburanti a basso tenore di zolfo si dimezzeranno, rispetto ad oggi, le emissioni di ossidi di azoto, di idrocarburi incombusti e di CO nella benzina ed ugualmente saranno tagliate per la metà le emissioni di particolato e di ossidi di azoto nel gasolio auto. L’ultima tappa del processo – è ricordato ancora – scatterà invece nel 2008n con ”l’abbattimento praticamente totale dello zolfo (la sua presenza sarà ridotta a 10 ppm, ossia quasi a zero), sempre per entrambi i prodotti”.
(Fonte: Ansa)