E’ la resistenza agli antibiotici il fenomeno che preoccupa i microbiologi di fronte all’aumentare delle infezioni ospedaliere.
Secondo Giuseppe Nicoletti, dell’Università di Catania, in Italia c’è un cattivo impiego delle terapie (più della metà degli antibiotici usati per infezioni del tratto respiratorio sono impiegati, erroneamente, per malattie causate in realtà da virus) ma anche una scarsa adesione alle cure da parte dei pazienti; questo comportamento determina il 20% dei fallimenti terapeutici.
”Oggi più dell’80% dei pazienti – ha detto il microbiologo – sono ormai resistenti almeno a un antibiotico di ampio uso e ad ampio spettro d’azione”. Per contrastare il fenomeno, ha suggerito Giovanni Fadda dell’Universita Cattolica di Roma, bisogna organizzare dei comitati ospedalieri che controllino in tempo reale l’andamento delle infezioni in ogni singolo reparto, suggerendo con tempestività i comportamenti da adottare in corsia per impedire al patogeno di circolare. ”Siamo una popolazione che invecchia – ha aggiunto Fadda – e l’incidenza delle infezioni ospedaliere è massima proprio nella fascia d’età tra i 50 ed i 70 anni”.
Il 10% ricoverati colpiti da infezioni
– Ogni anno in Italia sono circa 500 mila i pazienti che sono colpiti da infezioni ospedaliere su circa 9 milioni e mezzo ricoverati, e il 3% di questi muore.
E’ quanto emerge dai dati del Progetto nazionale per la sorveglianza delle infezioni batteriche gravi in ambito comunitario e ospedaliero, i cui risultati, frutto di uno studio che vede coinvolto tra gli altri l’Istituto Superiore di Sanità, sono stati presentati oggi. La percentuale delle persone colpite da infezioni ospedaliere si aggira intorno al 10% di tutti i ricoverati, ha riferito il presidente dell’istituto Enrico Garaci; le infezioni più comuni sono causate da tre specie batteriche principali: pseudomanas aeuriginosa, staphylococco aureus ed escherichia coli. Le malattie da queste causate, polmoniti, setticemie, infezioni da catetere, costituiscono più della metà (2.385) di tutte le infezioni (4 mila).