La denuncia è del sindacato Slp-Cisl che, in una nota,
spiega che “Posteitaliane non sostituisce i motorini mandati in
officina per riparazioni o manutenzione, con la conseguenza che
il recapito è messo ulteriormente in crisi”.
Secondo il
sindacato, la situazione è precipitata per la disorganizzata
assistenza tecnica dei mezzi che, mandati in officina, non
vengono riparati oppure vengono riconsegnati con ritardi fino a
trenta giorni.
“L’ azienda si giustifica dicendo che ci sono problemi con
la società che detiene il contratto di assistenza – ha
affermato il segretario provinciale della Slp Cisl, Antonio
Buongiovanni – Le officine replicano lamentando il mancato
pagamento delle riparazioni. Di chi è la colpa? Nel frattempo
Posteitaliane obbliga i portalettere a utilizzare i pochi e
malfunzionanti mezzi superstiti. Capita addirittura, come a
Finale Emilia, che i motorini siano utilizzati in maniera
alterna su più zone di recapito: un portalettere esce con il
mezzo, fa una parte delle consegne sulla propria zona poi
rientra, sempre in giornata, e passa il motorino al collega di
un’ altra zona per permettergli una consegna parziale”.
Ma gli
“stratagemmi aziendali” non si fermano qui. “Posteitaliane –
aggiunge la nota – obbliga il portalettere, rimasto sprovvisto
di moto per un incidente (come successo a Savignano sul Panaro)
a utilizzare la propria auto”. A Sassuolo, invece, i
portalettere a sono costretti a uscire a piedi per consegnare la
corrispondenza anche su zone che si estendono per chilometri.
“E’ una situazione tragicomica – ha commentato Buongiovanni –
che penalizza innanzitutto i cittadini, perché all’ interno
degli uffici si stanno accumulando notevoli giacenze di
corrispondenza dovute alle difficoltà nella consegna. E’ chiaro
poi che tali inefficienze organizzative penalizzano come al
solito i lavoratori. Così non si può più andare avanti”.
Sulla vicenda dei postini modenesi
‘appiedatì, il capogruppo dei Comunisti Italiani alla Camera,
Pino Sgobio, ha presentatoo una interrogazione parlamentare.