L’università attrae i giovani, seimila le matricole in più in un anno, ma la tendenza è che solo 53 su 100 degli iscritti arrivano alla laurea (nel 2003 i laureati sono stati 220mila) e 47 abbandonano i corsi di cui i più ‘difficili’ sono per il 41% quelli dell’indirizzo geo-biologico ed alla pari, con il 42%, quelli del giuridico e politico sociale, mentre su 100 iscritti ben 95 conseguono la laurea in medicina.
Lo dice l’indagine Istat ‘Università e lavoro: statistiche per orientarsi‘ dalla quale si evince che per l’anno accademico 2003-04 i giovani che si sono iscritti ad un corso di laurea sono 353.119, 6mila in più rispetto al 2002-03 a conferma della tendenza alla crescita delle immatricolazioni: +3% nel 2000-2001; +12% nel 2001-02; +4,8% nel 2002-03 ed infine +1,7% nel 2003-04.
Su 100 immatricolati per la prima volta 93 risultano però iscritti a corsi di laurea ‘breve’, il cosiddetto primo livello, mentre in 20.325 hanno optato per lauree specialistiche: 8.286 nel gruppo chimico-farmaceutico; 7.003 in quello medico; 3.762 sono gli iscritti ad architettura e 1.274 ad agraria.
I nuovi corsi di laurea – dice l’indagine – hanno favorito le immatricolazioni in particolare nei settori: architettura (più 108,2% sul 1999-’00); politico-sociale (56,2%), geo-biologico (51,3%) e medico (49,3%).
Insomma i giovani continuano a scommettere sulla laurea come miglior mezzo per trovare poi lavoro: questa tendenza è, secondo l’Istat, confermata dall’andamento del tasso di disoccupazione il quale diminuisce all’aumentare del titolo di studio.