7.925 nuove realtà, da luglio a settembre 2004, che si concentrano soprattutto nell’Italia del Nord. Il profilo tipo delle unità artigiane iscritte nel trimestre al registro delle Imprese delle Camere di Commercio è, in nove casi su dieci, quello dell’imprenditore individuale nel settore delle costruzioni.
È l’edilizia infatti a segnare il trend positivo, con un saldo dell’88% sul totale, seguita dall’industria manifatturiera, i servizi alla persona, le attività relative all’informatica e le imprese di trasporto e magazzinaggio. Con il segno negativo le attività nel commercio e riparazione di beni personali e per la casa.
L’andamento delle imprese artigiane rispecchia il dato complessivo delle imprese, anche se la comparazione con i dati dello stesso trimestre dello scorso anno rivela un rallentamento.
La fotografia è fornita da Movimprese, l’indagine trimestrale condotta da Infocamere (la società consortile di informatica delle camere di Commercio italiane).
L’analisi territoriale dei dati trimestrali sottolinea la vocazione artigiana del Nord-Italia rispetto
al resto della penisola: delle quasi 8mila nuove imprese, il 64,2% (poco più di 5mila imprese)
si trovano nelle 8 regioni settentrionali. Il solo saldo della Lombardia (+1.681 unità) supera
quello realizzato dalle 8 regioni della circoscrizione Sud e Isole (1.516 unità). Saldi positivi si
registrano comunque in tutte le regioni: dopo la Lombardia, i valori più elevati riguardano il
Veneto (1.236 imprese artigiane in più), il Piemonte (+854 unità) e la Toscana (+804 unità).
A livello provinciale, con 93.535 imprese Milano si conferma di gran lunga la patria
dell’artigianato italiano, seguita a grande distanza da Roma (65.023 imprese) e Torino
(63.663). Chiudono il quintetto di testa delle province più artigiane Brescia e Bari, nei cui
territori operano, rispettivamente, 36.742 e 33.577 imprese del comparto.
Lo scenario cambia decisamente, tuttavia, se si guarda al tasso di artigianato delle province
italiane: in questo caso, infatti, la provincia-madre risulta essere Reggio Emilia, le cui 21mila
imprese artigiane rappresentano oltre il 37% di tutta l’imprenditoria della provincia. Le prime
cinque piazze di questa particolare classifica sono occupate nell’ordine, dopo la capofila, da
Bergamo, Lecco, Como e Verbania con una tasso di concentrazione artigiana sempre superiore
al 35% del totale delle imprese esistenti.