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Condono edilizio: si spezzetta fra regioni

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Non più un solo condono edilizio, ma tante normative di sanatoria quante sono le regioni. La sanatoria per mettere in regola gli abusi edilizi si spezzetta. Guidate dal drappello delle regioni che hanno da sempre adottato la linea dura contro l’ abusivismo edilizio, sono in arrivo regole ad hoc per le diverse aree territoriali. I paletti fissati dal governo, in molti casi diventano più stringenti. In altri casi diventa più oneroso il prezzo della sanatoria.

Il decreto del governo che proroga il pagamento al 10 dicembre è stato trasformato in legge dal Parlamento. E non sono previste ulteriori modifiche. Le irregolarità che possono essere sanate devono essere state realizzate prima del 31 marzo 2003.
Inoltre è scattato il cronometro per le regioni: il decreto, richiamando le indicazioni della Corte Costituzionale, da loro quattro mesi per predisporre e approvare – ma non è un obbligo – una legge regionale per delimitare le volumetrie o le tipologie che possono essere sanate. Il termine scadrà il 12 novembre ma già le regioni si stanno attrezzando. Durante il confronto parlamentare il governo ha fatto approvare un emendamento nel quale si stabilisce che vengono fatti salvi gli effetti delle domande che sono già state presentate. Ma anche in questo caso le regioni, con la propria legge, potranno decidere diversamente: l’ unica cosa immodificabile saranno gli effetti penali che per chi ha già aderito al condono sono comunque fatti salvi.

A fissare nuovi paletti saranno certamente l’ Emilia Romagna, la Liguria, le Marche, la Toscana, la Campania, la Valle d’ Aosta e la provincia di Trento. Vengono fissati limiti alla cubatura che può essere sanata e forti delimitazioni a tutela della aree protette e demaniali. Nella maggior parte dei casi il limite è di 150 metri quadrati. L’ applicazione, quindi, sarà in queste aree minimale e potrebbe anche avere qualche conseguenza sul gettito atteso dal governo (3,6 miliardi di euro) per i conti pubblici del 2004. Dalla parte opposta delle regioni che adotteranno la linea dura ci sono altre amministrazioni che sembrano orientate a non modificare le norme nazionali. che prevedono la possibilità di condonare ampliamenti delle costruzioni non superiori al 30% o a 750 metri cubi. Questo vale per la Sicilia, per la Puglia ma anche per il Piemonte. L’ Abruzzo, poi, ha anche una propria sanatoria ad hoc per i sottotetti.


EMILIA ROMAGNA:
la nostra regione conferma l’intenzione di limitare la portata del condono, comunque ottemperando alla sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge regionale ‘anti-condono’ 1/04 e insieme ha bacchettato lo Stato, perché avrebbe dovuto limitarsi ai principi lasciando spazio alle Regioni per legiferare. Questi i limiti ammessi che l’ assessore alla Programmazione territoriale Pier Antonio Rivola ha desunto dal confronto con i Comuni e intende portare in Giunta nella prima riunione di settembre: 150 metri cubi per le case indipendenti, massimo di 300 metri cubi per i condomini e “comunque non oltre il 10% del singolo appartamento”. L’ assessore ha anche confermato una tutela in più per le zone costiere e i centri storici, dove prevede “dimezzati tutti i limiti”.