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Alla Truffaut un film di Lizzani sul 9 gennaio

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Un documentario dedicato al 9 gennaio 1950, “I fatti di Modena” di Carlo Lizzani, e due opere di Carlo di Carlo – “Bologna” (1969) e “Bologna Roma: due città a confronto” (1975) – saranno proiettati sabato 15 gennaio alle 17 alla sala Truffaut, in via degli Adelardi 4. L’iniziativa, ad ingresso gratuito, è collegata alla mostra “Modena: il cinema e i cinema. Le sale cinematografiche e i progetti dell’architetto Vinicio Vecchi”, in corso alla biblioteca civica d’arte Poletti.

Saranno presenti i due registi, che illustreranno i propri documentari soffermandosi, in particolare, sulla pratica diffusa fino ai primi anni Settanta di proiettare opere come queste opere all’interno dei normali circuiti, rendendo visibili al grande pubblico anche film di denuncia, protesta e spessore culturale. Assieme a loro, Mariagrazia Fanchi dell’Università Cattolica di Milano parlerà dell’evoluzione delle sale cinematografiche da luoghi di spettacolo a luoghi d’elezione di una intera comunità, con particolare attenzione alle attuali multisala. L’incontro è organizzato in collaborazione con l’associazione Circuito cinema ed è l’ultimo di un ciclo di appuntamenti collegati alla mostra, aperta fino al 29 gennaio alla Poletti, in viale Vittorio Veneto 5 (lunedì dalle 14.30 alle 19, da martedì a venerdì dalle 8.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 19, sabato dalle 8.30 alle 13).

L’esposizione “Modena: il cinema e i cinema. Le sale cinematografiche e i progetti dell’architetto Vinicio Vecchi”, a cura di Lucio Fontana e Carla Barbieri, ripercorre l’attività dell’architetto come progettista di sale cinematografiche (Raffaello, Metropol, Capitol, Splendor, Principe e Olimpia sono alcuni tra gli oltre 50 cinema realizzati da Vinicio Vecchi nella provincia di Modena).

Inserita nel quinto Festival dell’architettura di Parma, Reggio e Modena, la mostra è promossa dagli assessorati alla Cultura e ai Lavori pubblici del Comune di Modena e dalla biblioteca Poletti. Propone una selezione di materiali provenienti dall’archivio Vecchi, costituito da circa 900 buste originali e, approssimativamente, da una decina di migliaia di disegni, materiali donati dagli eredi alla Poletti nel 2007. Dopo un primo lavoro di censimento di tutti i materiali sono state inventariate finora circa 200 buste e 1170 disegni. La mostra è frutto del lavoro di inventario delle carte relative ai cinema, reso possibile dal finanziamento della Fondazione cassa di risparmio di Modena, nell’ambito del progetto “Archivi-a-Mo”.

Vinicio Vecchi crebbe in una famiglia di decoratori e scultori. Frequentò il Regio Istituto d’Arte e nel 1942 si iscrisse alla facoltà di Architettura a Roma, dove visse con il fratello Veldo, scultore e autore di molte opere che Vinicio inserirà nei suoi edifici, assieme a quelle dell’amico pittore Luciano Giberti. Quando i corsi vennero sospesi per il precipitare degli eventi bellici, partecipò alla Resistenza con altri componenti della famiglia. Riprese gli studi di architettura a Milano, frequentò i corsi di Vittorio Gandolfi, Giò Ponti e soprattutto di Mario Cavallè, grande progettista di cinema in Italia e si laureò nel 1952.