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Castelfranco E.: arrestato gestore pub, abusò di cameriera

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Ha offerto lavoro a un’aspirante
cameriera, le ha fatto effettuare una giornata di prova, e alla sera – secondo l’accusa – l’ha violentata nel retrobottega, dopo averla drogata. Il gestore di un pub di Manzolino di Castelfranco Emilia, di 58 anni, e’ stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Modena per violenza sessuale aggravata, lesioni personali, sequestro di persona, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, tentata estorsione e detenzione illegale di arma. L’arresto e’ avvenuto su ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Ziroldi, su richiesta della Pm Ferretti.


L’episodio risale all’8 giugno ed e’ stato denunciato da una ventenne di Modena. La giovane – secondo la ricostruzione degli investigatori – ha letto su un giornale un annuncio che offriva un posto da cameriera nel locale e si e’ presentata. Il gestore del pub le ha proposto di lavorare un giorno in prova, e alla sera l’ha invitata a fermarsi al locale per bere un drink con lui e l’altra cameriera. Poco dopo aver assaggiato il cocktail superalcolico che le e’ stato offerto, la ragazza si e’ sentita stordita. Tra una chiacchiera e l’altra, l’uomo ha assunto cocaina, cosi’ come l’altra cameriera, e ha costretto la giovane apprendista a fare altrettanto, nonostante il suo rifiuto. La ragazza ha cercato di fuggire, ed e’ stata percossa e minacciata con un paio di forbici puntate al collo. Il barista era anche in possesso di una pistola calibro 7,65 con la matricola abrasa.


L’uomo, sempre secondo quanto hanno ricostruito i militari, ha condotto la ragazza nel retro del pub, l’ha violentata e le ha scattato delle fotografie. Quindi l’ha ricattata, minacciando di diffondere le foto pornografiche, qualora lei si fosse decisa a denunciare l’episodio. Ma la giovane ha preso coraggio e si e’ rivolta ai carabinieri. Gli esami clinici hanno confermato la violenza subita, e le presenza di tracce di alcol e droga nel sangue. Ora i militari stanno valutando tre precedenti denunce, presentate da altre ragazze (una delle quali di S. Giovanni in Persiceto), e ritengono che anche altre giovani possano aver subito la stessa drammatica esperienza, quindi hanno invitato eventuali altre vittime a rompere la cortina del silenzio.