Decine di bambini rimangono a piedi e le 4 lavoratrici del servizio scuolabus perdono metà dello stipendio. Questo il risultato delle decisioni del Comune di Vignola e dell’Unione Terre di Castelli di sopprimere il servizio di trasporto scolastico per le scuole materne del territorio di Vignola e di tagliare alcuni percorsi sulle elementari e medie, nell’ambito di un processo di razionalizzazione dei servizi scolastici. In una parola: “tagli”.Tagli profondamente sbagliati ed iniqui che, come sempre accade quando vanno a colpire servizi di fondamentale importanza come quelli sociali e scolastici, ricadono sulle fasce più deboli della popolazione, sulle famiglie, sui lavoratori.
Così è stata una brutta sorpresa per tutti quei genitori che si sono sentiti dire ad inizio anno che i loro figli non avrebbero più potuto utilizzare il pulmino scolastico.
Decine di famiglie si vedono cancellato un servizio pubblico garantito da anni e sono costrette ad affrontare gravi disagi lavorativi, con cambi d’orari o necessità di richiedere il part-time.
Ma una brutta sorpresa anche per le assistenti dello scuolabus di Vignola, dipendenti della cooperativa sociale Domus Assistenza, che una settimana prima di iniziare il servizio hanno appreso che quest’anno avrebbero potuto svolgere meno della metà del proprio lavoro. Con relativo dimezzamento dello stipendio naturalmente, ovvero una cifra che si aggira attorno ai 200 euro.
E le prospettive non sono sicuramente positive, né per loro né per le altre centinaia di addetti (per la maggior parte donne) dei servizi sociali del distretto vignolese.
La vicenda del trasporto scolastico è infatti solo un campanello d’allarme dei tagli che potrebbero abbattersi sul nostro sistema di welfare, inpericolo per effetto dei mancati trasferimenti agli Enti locali previsti nell’ultima manovra del Governo che ricadranno sulle scelte di bilancio dei nostri Comuni.
(FP/Cgil Vignola)