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Oggi sciopero medici, sindacati divisi

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I medici ospedalieri scioperano oggi, 3 giugno, per il rinnovo del contratto di lavoro, ma la protesta segna la frattura del fronte sindacale.

mentre il più rappresentativo sindacato dei medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale, l’Aaao-assomed, sceglie la linea dura con i colleghi della Fp Cgil e con i veterinari del sindacato dei veterinari e gli specializzandi, la Cimo, l’Anpo, la Cisl medici e la Uil decidono di non incrociare le braccia. E rimane confermato per il giorno successivo (venerdì 4 giugno) la protesta dei medici di famiglia della Fimmg.

Difesa del servizio sanitario, federalismo solidale, rinnovo dei contratti e delle convenzioni, e risposta ai problemi dei medici specializzandi: sono questi gli obiettivi comuni della lotta dei sindacati medici. Dopo l’incontro con il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, il fronte sindacale si è spaccato. Da una parte i medici aderenti alle sigle (Anpo, Cimo-Asmd, Cisl Medici-Cosime, Federazione medici Uil Flp, sinafo, Aupi, Confedir Sanità e Dirigenza Stap Uil Fpl) che hanno sottoscritto ieri un compromesso con Sirchia, e hanno deciso di sospendere lo sciopero di domani; l’impegno mostrato da Sirchia, soprattutto per quanto riguarda la ridefinizione con le Regioni dell’atto di indirizzo, che dovrà essere discusso il 16 giugno è – a loro parere – un fatto positivo.
Il secondo fronte è invece costituito dalle altre organizzazioni sindacali (Anaao-Assomed, l’Arooi, la Fp Cgil, l’Umsped e i veterinari della Civemp e la Federspecializzandi) che hanno disertato l’incontro con il ministro in quanto “interlocutore privo di titolo istituzionale, non legittimato a parlare del contratto e screditato dall’azione di governo”, e che hanno confermato per domani la loro astensione dal lavoro. Ma la loro protesta questa volta arriverà sotto le finestre del ministero dell’ Economia di via XX Settembre. “Anche se andremo avanti con strumenti diversi – ha detto Armando Masucci, segretario generale della Federazione Medici aderenti Uil Fpl – l’unione sugli obiettivi da raggiungere tra le sigle presenti oggi è più forte che mai. Manteniamo comunque lo stato di agitazione, fino al 16 giugno, data in cui dovrebbe esserci la riunione per l’approvazione del nuovo atto di indirizzo. Crediamo infatti che ci siano le condizioni per aprire un tavolo di trattative”.
Dello stesso parere Giuseppe Garraffo, segretario della Cisl medici. “In queste ultime settimane – spiega – si sono registrati una serie di fatti positivi, come la riforma che elimina l’esclusività e la creazione delle condizioni perché le Regioni cambino finalmente l’atto di indirizzo a partire dal 16 giugno. Non ci costa niente aspettare 15 giorni, siamo per così dire in una tregua armata.

Sospendere lo sciopero è un atto di responsabilità e di buon senso”. Di segno opposto la posizione dei medici ospedalieri, rappresentati dal segretario Serafino Zucchelli, che conferma l’astensione per il 3. “Vogliamo fatti e atti concreti. Avremmo sospeso lo sciopero se all’incontro di ieri fossero intervenuti gli interlocutori legittimati, cioé Regioni e ministero del Tesoro – ha aggiunto Zucchelli – ma ciò non è avvenuto. Non possiamo dunque mollare la presa proprio ora. Quello che ci aspettiamo è una convocazione dall’Aran per la riapertura della trattativa entro il 30 giugno, altrimenti continueremo”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche gli anestesisti e rianimatori, i quali, secondo Vincenzo Carpino dell’Arooi, “con la loro astensione dal lavoro bloccheranno 90mila interventi e dal 17 giugno passeremo a nuove forme di protesta, come il blocco delle consulenze e la traformazione della pronta disponibilità in guardia attiva”. La Fp Cgil e i veterinari del Civemp, avrebbero gradito un intervento del vicepremier Gianfranco Fini al posto del ministro Sirchia. I medici di famiglia della Fimmg hanno inoltre annunciato la convocazione per domenica 6 del consiglio nazionale per programmare azioni di politica sindacale. “Dopo lo sciopero di venerdì – conferma Mario Falconi, segretario della Fimmg – la nostra protesta non si fermerà. Abbiamo già in mente per esempio di proporre il nostro ritiro dalle commissioni regionali”.