”Non c’erano accordi prestabiliti
tra i club”. Comincia il processo in Figc sul calcio scommesse e il teste principale Salvatore Ambrosino prova, almeno in apparenza, ad alleggerire le societa’ coinvolte nello scandalo.
E’ stato il giorno dell’Ufficio indagini nell’inchiesta scattata l’11 maggio scorso su input della procura di Napoli: una maratona di quasi 12 ore di interrogatori davanti al generale Italo Pappa per la prima puntata che ha visto direttamente protagonista la giustizia sportiva. ”Ho ribadito quanto detto ai magistrati”, ha detto a tarda sera Ambrosino lasciando la sede federale di via Allegri, dopo pero’ che al suo arrivo aveva precisato di non aver mai avuto contatti con i club, negando accordi prestabiliti.
L’esordio e’ stato per il Siena, anche se ancora una volta l’ uomo-chiave si e’ rivelato l’ex centrocampista del Grosseto.
Quell’Ambrosino che ai magistrati di Napoli ha gia’ raccontato la sua passione per le scommesse, facendo anche intravedere il coinvolgimento dei club e che invece davanti agli inquirenti sportivi avrebbe cercato di alleggerire la posizione delle societa’ stesse. ”Non ho mai detto ai magistrati di accordi preventivi tra i club”, ha affermato il giocatore.
Ambrosino ha chiuso la lunga maratona che ha visto sfilare fin dalle prime ore della mattina Nicola Ventola, Roberto D’Aversa entrambi indagati dalla procura napoletana, e ancora Enrico Chiesa, Marco Fortin, Bruno Cirillo e anche l’ex tecnico del club toscano, Giuseppe Papadopulo, ma solo come persone informate dei fatti. I pezzi forti nel pomeriggio, con l’ex portiere senese, Generoso Rossi, l’altro uomo-chiave della vicenda, e lo stesso Ambrosino. Nessun confronto all’americana: in un clima definito da tutti sereno, i diversi protagonisti sono stati ascoltati singolarmente. Poco sono durate le audizioni di Ventola e D’Aversa e soprattutto dei giocatori che non risultano nel registro degli indagati. ”Mi dispiace e basta – ha detto Ventola – ma sono tranquillo”. Per il suo legale, avv. Roberto de Maio ”e’ tutto un equivoco. Dobbiamo ancora capire quale e’ il ruolo di Ventola in questo pasticcio”.
Un pasticcio a cui ora la Federcalcio vuole porre rimedio e in tempi rapidi: il lavoro degli inquirenti sportivi procedera’ in maniera spedita, senza ripercussioni sull’ attivita’ agonistica.
Lo spareggio tra la quart’ ultima della serie A e la sesta della serie B ”e’ in calendario”, come ha confermato il presidente della Figc, Franco Carraro, ad un convegno sul doping ad Assisi.
Insomma, nessuna ripercussione immedaita.
Ma il pasticcio resta anche se gli attori principali dicono di aver chiarito la loro posizione e che la vicenda non avra’ ripercussioni sui club. Dai legali di generoso Rossi, tenuto sotto torchio per piu’ di due ore (”mi hanno tenuto due-tre ore”, ha detto il portiere con l’aria di chi aveva subito un interrogatorio incalzante), arriva uno scenario particolare: le intercettazioni telefoniche ritenute prova dagli inquirenti nei confronti dei giocatori sarebbero state solo uno scherzo in cui i giocatori stessi prendevano in giro Ambrosino noto per la sua passione per le scommesse. Cosi’ spiega infatti l’ avvocato, Francesco Maria Tuccillo, la presenza di Rossi nelle telefonate.
A chiudere la serata ci ha pensato Ambrosino con una marcia indietro: era stato lui nel lungo interrogatorio davanti ai pm di Napoli a tirare in ballo i club, oggi ha detto che non c’ erano accordi preventivi. Ha confermato di essere uno scommettitore e per questo di ”assumersi la responsabilita’ penale”.
Quanto alle telefonate servivano per rimanere informati, ha spiegato il giocatore, che giura che da solo ”non potevo condizionare le partite”. Il lavoro degli inquirenti prosegue: oggi verranno ascoltati i dirigenti del Siena, mentre giovedi’ tocchera’ al Modena.