Tra il 2002 ed il 2003, in Italia, il contenzioso nei confronti dei medici dentisti è passato da 15.000 a 18.000 casi. I pazienti ricorrono all’avvocato
soprattutto per problemi derivanti dall’implantologia
(intervento effettuato per rimpiazzare uno o più denti mancanti) e dalla chirurgia orale.
Al secondo posto nella classifica delle lamentele c’è la riabilitazione protesica, al terzo il trattamento ortodontico con la cura delle malocclusioni (ad esempio la mandibola storta o i denti sporgenti). Se si considera che una terapia ortodontica ha un costo medio di 5.000 euro e che un paziente non soddisfatto dell’ esito può arrivare a chiedere un risarcimento che va da 50 mila a 100 mila euro, è
facile capire l’ entità del problema. C’è però da dire che due denunce su tre risultano infondate. Ciò testimonia, a detta dei medici, un malcostume crescente, che si fa forte della copertura clinica e sanitaria per lucrare, a scapito del sistema
sanitario nazionale e della salute del paziente.
Come prevenire questi problemi?
Per parlare di prevenzione del contenzioso, ma
anche per analizzare la normativa deontologica e giuridica in materia, domani e sabato Palazzo Ducale, sede dell’Accademia Militare di Modena, ospiterà il Convegno nazionale ‘La prevenzione del contenzioso in ortodonzia‘, organizzato dal
Servizio di Ortodonzia dell’ Azienda Usl di Modena diretto dal dottor Pietro Di Michele.
All’appuntamento parteciperanno
esperti provenienti dalle maggiori università italiane. Tra gli argomenti principali, la prevenzione degli eventuali errori, che possono portare ad un contenzioso e che si basa
sull’informazione scientifica e giuridica.
E’ stato calcolato, infatti, che circa il 10% dei sinistri in materia odontoiatrica avviene nei casi di cura per malocclusione.Tra gli errori più frequenti del medico, che possono provocare un contenzioso, ci sono l’insufficiente informazione e la carente istruzione del paziente sull’igiene orale durante la terapia ortodontica fissa (il classico ‘apparecchio per i denti’), che può elevare il rischio di carie e demineralizzazioni dello smalto. In secondo
luogo, una diagnosi errata rende più difficile stabilire quale sia il trattamento adeguato. Anche la scarsa collaborazione da parte del paziente può contribuire alla sua insoddisfazione per un cattivo risultato. Basti pensare ai casi in cui, nonostante
una corretta informazione sull’igiene orale da parte dell’odontoiatra, il paziente si dimostra distratto o poco incline a seguire sistematicamente i consigli del medico. E tutto ciò è causa di possibili lesioni dovute a carie o di altre patologie più gravi. C’é poi da considerare la ricerca dei risultati estetici.
Attualmente, questo è un tema che necessita di una particolare attenzione da parte degli ortodontisti. Un intervento ortodontico ben riuscito deve coincidere con un sorriso dentale in armonia con tutti i tratti del volto.
Un’ ulteriore difficoltà può essere rappresentata da
interventi effettuati su bambini, nei quali il trattamento ortodontico ha una durata molto diversa rispetto a interventi effettuati sugli adulti. E anche gli effetti sono diversi, a seconda dell’accrescimento facciale, delle caratteristiche
genetiche e della reazione individuale alle apparecchiature di correzione. In questi casi, il medico che vuole prevenire un contenzioso deve coinvolgere entrambi i genitori ed il piccolo
paziente per tutta la durata del trattamento, precisando indicazioni, vantaggi e svantaggi, rischi connessi, praticando cioé un ‘consenso informato dinamico’.
Il convegno è realizzato in collaborazione con le più
importanti Società scientifiche di Odontoiatria italiane, con l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Modena e con l’ Andi, l’Associazione nazionale dei dentisti italiani.